La vittoria elettorale del presidente russo Vladimir Putin ha dato maggiore consapevolezza al Cremlino di chi sono i suoi veri alleati. E tra i primi a congratularsi per la vittoria di Putin è stato il portavoce del ministro degli Esteri cinese Lin Jian. «Cina e Russia sono i rispettivi vicini più grandi e sono partner strategici e cooperativi nella nuova era», ha detto Lian nel suo messaggio di congratulazioni. Messaggi simili sono arrivati da Teheran dove El Raisi ha accolto con favore «la solida vittoria e la rielezione» di Putin.

Anche l’emiro del Qatar ha inviato un telegramma di auguri al leader russo che si appresta a governare fino al 2030.

Per il premier indiano Narendra Modi, anche lui a breve dovrà superare le urne, è l’occasione per continuare a «rafforzare» il partenariato strategico tra i due paesi. Attestati di stima sono partiti verso Mosca anche da Nicaragua, Venezuela, Cuba e Tagikistan. Non poteva mancare il presidente siriano Bashar al Assad il cui potere politico è strettamente legato a quello di Putin.

Non riconosciuto

Lo scrutinio ha visto vincere Putin con l’87.28 per cento dei voti, ma per decine di leader in tutto il mondo sono state delle elezioni farsa, soprattutto quelle avvenute nei territori occupati in Ucraina.

Per il Cremlino, invece, sono accuse «assurde». Secondo gli Stati Uniti «le elezioni in Russia non sono state né libere né giuste», ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato americano Vedant Patel. «Non è stato un processo democratico, non ci saranno telefonate di congratulazioni da parte nostra», ha aggiunto.

Discorso simile quello dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell. Per l’Ue le elezioni presidenziali non sono state né «libere» né «eque», ma caratterizzate da «repressione e intimidazioni», in un contesto «altamente restrittivo», e per di più senza gli osservatori internazionali dell’Osce.

I vertici di Berlino e Regno Unito sono più diretti. Hanno deciso di non riconoscere il risultato delle elezioni. «Le elezioni russe sottolineano la profondità della repressione sotto il regime del presidente Putin», ha detto David Cameron.

Diverso lo scenario politico italiano. Hanno generato polemiche le parole di Matteo Salvini, per anni vicino a Putin. «Quando un popolo vota ha sempre ragione. Le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando le perde: quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e cerco di fare meglio la prossima volta. Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l’anno della pace», ha detto il leader della Lega.

Tra le opposizioni qualcuno ha chiesto le sue dimissioni, sul tema è intervenuto il ministro Tajani. «Le elezioni sono state caratterizzate da pressioni forti e violente. Navalny è stato escluso dalle elezioni di fatto con un omicidio e non c'erano candidati e avversari di Putin», ha detto. «Abbiamo visto le immagini dei soldati russi entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente. Non mi sembra che siano elezioni che rispettano i criteri che rispettiamo noi».

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