Come da copione, quando arriva il momento di salire sul palco di Pontida, il raduno storico della Lega, Matteo Salvini scalda i motori della propaganda. Tutto già visto e sentito. Ritorna così il cavallo di battaglia con cui ha portato la Lega sovranista in alto nei consensi, salvo poi trascinarla con ripetuti errori strategici al punto di partenza. Lo spauracchio dell'invasione dall'Africa, dell'immigrazione, arrivano orde di clandestini. E allora la ricetta qual è?

Porti chiusi, riproposizione dei decreti sicurezza di quando era al governo con i 5 Stelle, oppure la marina militare usata come muro di navi per arginare questa marea umana. «L'immigrazione è l'unica cosa che ha portato un po' di voti», dice a Domani Angelo Alessandri, storico dirigente della Lega Nord, braccio destro di Umberto Bossi e già presidente di quel partito autonomista. «Salvini da ministro ha fermato tre barchette, e alla fine sbarcavano comunque. Era tutta fuffa.

Però per merito della sua macchina della propaganda guidata da Luca Morisi aveva imposto questa narrazione dei porti chiusi. Grazie anche agli italiani, sempre meno attenti alla politica». Secondo Alessandri, che conosce a fondo le dinamiche della politica e della Lega, Salvini «deve fare colpo per l’europee, per questo è tornato a cavalcare il tema immigrazione. È la mossa disperata di un leader che è crollato nei consensi. Si sta giocando ogni carta possibile, naturalmente a danno della Meloni».

Già perché qui la partita ormai non è Lega federalista contro un'estrema destra centralista, cioè Fratelli d'Italia: «La Lega di Salvini è estrema destra, dunque la partita è destra contro destra», dice l'ex presidente del Carroccio.«Se ci fosse un'opposizione ci divertiremmo, ma non c'è», aggiunge Alessandri, che avverte: «La premier reagirà, lo farò in maniera decisa, sarà un'autunno caldo all'interno del governo».

Da Lampedusa a Pontida

Il raduno di Pontida 2023 coincide con le proteste in corso sull'isola di Lampedusa. Alcuni residenti nelle scorse ore hanno tentato di bloccare persino il camion della Croce Rossa che trasportava il cibo per i migranti. Il centro di prima accoglienza è stracolmo, l'occasione d'oro per Salvini, che aspetta l'alleata Marine le Pen sul pratone leghista. Per una Le Pen che va a Pontida, ce n’è un’altra che è stata a Lampedusa, ossia la nipote Marion Le Pen.

Insomma, alla fine di questa settimana il risultato è certamente uno: questa destra al governo ha regalato il palcoscenico italiano all'estrema destra francese. Marion Le Pen ha trascorso qualche ora a Lampedusa per sfruttare la visibilità del momento. Marion è leader di Reconquete, partito più vicino a Fratelli d'Italia, ed la compagna di Vincenzo Sofo, ex leghista sovranista ora in Fratelli d'Italia.

In Francia il concetto di sostituzione etnica, fatto proprio sia dalla Lega che da Fratelli d'Italia, è in voga da molto più tempo. Termini da sempre nel vocabolario di Marine Le Pen con il Front National prima e con il Rassemblement National poi. I viaggi a Lampedusa e Pontida delle due Le Pen sono funzionali ai futuri equilibri delle prossime alleanze per le elezioni europee.

La campagna elettorale per i sovranisti è cominciata, con Salvini che insiste per proseguire con Marine Le Pen mentre Meloni a capo dei conservatori europei guarda ai popolari per governare e contare davvero a Bruxelles. Questi i calcoli politici mentre muoiono persone in mare, perdono la vita bambini piccoli.

Salvini fa Meloni invocando un blocco navale, chiamandolo in altro modo. E raggiunge Pontida da Palermo, dove si è svolta l’udienza del processo Open Arms in cui è imputato per sequestro di persona per aver impedito lo sbarco dei migranti quando era ministro dell'Interno.

Tuttavia qui nei dintorni delle valli bergamasche l'autonomia promessa, tradita e ripromessa resta la priorità. La nostalgia per il partito del Nord è tangibile. I militanti fedeli alla Lega di un tempo sono in fuga dalle sezioni, consapevoli che non saranno né Salvini né questo governo di estrema destra con Meloni a regalargli l'autonomia. Ma poco importa al leader e ai suoi fedelissimi.

LAPRESSE

Con Pontida alle porte anche il presidente del consiglio ha fatto la sua mossa: «Missione navale per fermare gli arrivi», ha detto nelle scorse ore, ricorrendo il suo ministro dei Trasporti e leader leghista. Un modo più diplomatico per riproporre il blocco navale promesso in campagna elettorale, che di fatto è irrealizzabile. Colpo su colpo, insomma. C'è da capire fino a che punto è disposto ad alzare il livello dello scontro Salvini. Si capirà quando salirà dal palco di 50 metri istallato sul pratone del luogo sacro che fu di Bossi e dei fedeli della Padania libera. Qui già da sabato sventola bandiera blu, il verde padano è stato il verde padano è stato riposto nel baule della soffitta

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