Quasi tutte le aziende vogliono utilizzare tecnologie basate sull'intelligenza artificiale e la metà di esse sa che se non lo farà entro un anno ci saranno impatti negativi sui propri conti. Ma pochissime imprese sono già pronte a implementarle al proprio interno. È quanto emerge dall'AI Readiness Index di Cisco, uno studio che punta a tracciare lo scenario di un mercato dove è in corso una trasformazione profonda.

Nessun problema per quanto riguarda la strategia perché le aziende dicono di avere le idee chiare sulla direzione tecnologica da prendere. Le difficoltà sorgono appena ci si avvicina al tema delle infrastrutture: le reti non sono progettate per le esigenze dei carichi di lavoro dell'AI. Solo il 24 per cento degli intervistati ritiene di avere in azienda un’infrastruttura altamente scalabile.

Inoltre i dati sono un tema cruciale perché devono essere preparati per l'uso da parte dell'intelligenza artificiale. Ma più di un'impresa su quattro si dichiara del tutto impreparata.

E ci si avvicina a una nuova era di digital divide a causa della mancanza di competenze. Solo i membri dei consigli di amministrazione e i top management sembrano più propensi ad accettare questo cambiamento, mentre un quarto delle figure intermedie e un terzo dei dipendenti si mostrano poco ricettivi e disponibili.

La governance dell'AI è fondamentale perché abbraccia temi fonte di rischio, quali la privacy dei dati, i bias, l’equità e la trasparenza negli algoritmi. Però il 77 per cento delle organizzazioni italiane dichiara di non avere policy IA onnicomprensive.

La gran parte delle aziende vorrebbe applicare l'AI soprattutto alle infrastrutture IT e alla cybersicurezza. Ma i possibili impieghi sono molteplici e concreti. Per esempio si può chiedere alla piattaforma di video conferenza di scrivere la sintesi di un meeting al quale non è stato possibile partecipare. Oppure arrivare dritti al punto domandando se ci sono stati assegnati compiti specifici. E la rivoluzione dell'intelligenza artificiale attraversa innumerevoli campi. L'innovazione è possibile anche ad alta quota, grazie alle funivie digitali. Sensori e telecamere presenti a bordo mirano ad aumentare la qualità del servizio e la sicurezza dei passeggeri.

Scendendo più in basso, la musica non cambia. Questa tecnologia viene in aiuto alla rete dove viaggia il gas. In questo caso i sensori verificano la pressione del gas ed eventuali perdite. E il gas viene trasportato a seconda delle esigenze. Il risultato è chiaro: l'impatto ambientale viene ridotto del 20 per cento.

La grande scommessa, però, è rappresentata dalle auto a guida autonoma. Il Politecnico di Milano ha fatto in modo che quest'anno una Maserati partecipasse alla Millemiglia. E per diversi tratti non c'è stato bisogno di mettere le mani sul volante e schiacciare i pedali. Per il 2024 il team guidato dal professor Sergio Matteo Savaresi ha un obiettivo ambizioso: l'auto che parteciperà alla gara sarà elettrica e la guida autonoma verrà utilizzata lungo tutto il percorso.

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