Sono trascorsi tre mesi da quando un tribunale ha costretto Elon Musk a dare seguito alla sua spacconata e impegnare buona parte del suo patrimonio per acquistare Twitter, poco prima del crollo dei mercati. Con i primi atti, il tycoon ha licenziato gran parte dei team che si occupavano di sostenibilità, hate speech, fake news e perseguito la bizzarra idea, ampiamente sconfessata dalla storia e dai fatti recenti, che un utente che paghi pochi dollari al mese sia per definizione corretto ed educato.

I conti dell’azienda sono peggiorati, complice la paura dei grandi investitori pubblicitari di avere il proprio brand associato a contenuti discutibili a causa della politica libertaria imposta da Musk. Non sorprende che abbiano disertato gli acquisti anticipati che avvengono a fine anno per spazi pubblicitari da utilizzarsi nel 2023, tanto da spingere Musk a chiamare e sgridare i clienti recalcitranti e a fargli dire che la bancarotta non è esclusa.

Fortemente compromesso il business pubblicitario, Musk pare voler tornare alle origini quando, forzando adeguamenti normativi, contribuì alla nascita di PayPal. Ma oggi il momento è ben diverso: le regole sono chiare e i competitor sono molti.

Mastodon contro Twitter

Molti utenti si sono spostati da Twitter verso un social network chiamato Mastodon che, sotto i radar, si stava sviluppando da qualche anno e che, da allora, sta continuando a crescere al riparo dei riflettori.

Twitter è un po’ come WhatsApp, mentre Mastodon è un po’ come la mail: su Twitter (come WhatsApp) tutti gli utenti stanno su uno stesso server; su Mastodon (come con la mail) chiunque può stare sul server che preferisce, e tutti i server sono collegati consentendo a tutti gli utenti del mondo la piena raggiungibilità reciproca, proprio come accade per la mail.

Mentre Twitter è un centro commerciale di proprietà di un solo soggetto, Mastodon è un insieme di piazze pubbliche, connesse tra loro, ciascuna gestita da un gruppo di volontari che ne cura anche la moderazione in modo assai efficace. Il più grande server italiano è mastodon.uno.

Obiettivi diversi

L’obiettivo di Twitter (come di qualunque social) è massimizzare la permanenza degli utenti così da mostrargli più pubblicità. Ciò si ottiene favorendo ondate di emotività per aumentare viralità e coinvolgimento. Emozioni che vengono esacerbate, aumentando la polarizzazione delle persone (e con esse, delle società).

I gestori di ogni server Mastodon hanno come finalità la creazione di uno spazio civico di discussione non la generazione di profitto. I creatori di Mastodon hanno quindi deciso di inibire le ondate di emotività introducendo frizioni per rallentare le cose e ridurre la viralità.

Non c’è una intelligenza artificiale che stabilisca quali contenuti stimolino l’emotività e quindi sia conveniente inserirli nelle timeline. Le timeline degli utenti sono popolate da contenuti presentati solamente in base al loro ordine cronologico.

Un regno di pace

Sono molti gli accorgimenti adottati per rendere Mastodon un luogo in cui regnino rispetto e buona educazione. Ad esempio, manca la funzione “cita il tweet”: si può rilanciare o rispondere ad un Toot (i tweet di Mastodon) ma non commentarlo, questo perché i creatori di Mastodon si sono accorti che questo meccanismo favoriva messaggi negativi e accendeva ondate emotive.

Un server può essere bandito: se un server genera contenuti che gli altri server considerano “tossici”, questo può essere de-federato bloccando ogni interazione. Un po’ come quando viene bloccato un server mail che genera troppo Spam. È un incentivo molto forte per ogni gruppo gestore di un server per tenere adeguata pulizia in casa propria, a vantaggio di tutto il sistema.

Sembra poco, ma queste accortezze cambiano profondamente l’ambiente. Il confronto Mastodon-Twitter si può riassumere così: meno dopamina, più tranquillità.

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