C’è il forte rischio che i dati criptati dai pirati informatici che hanno attaccato i server della regione Lazio siano persi per sempre. Tra questi ci sono anche le informazioni sanitarie del capo dello stato, Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e delle più importanti personalità istituzionali, politiche ed economiche del paese, oltre a quelli di centinaia di migliaia di cittadini.

Ora anche l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, lo conferma, dopo la notizia data da Domani, confermata da fonti dei servizi di sicurezza, che anche la copia delle informazioni nei computer del Centro elaborazioni dati regionale è stata bloccata.

«È stato criptato anche il backup dei dati, ed è l'elemento più grave. I dati non sono stati violati, ma sono stati immobilizzati», ha affermato l’assessore nel corso di un’intervista video a Repubblica. Prima della pubblicazione del nostro articolo, Domani aveva chiesto un commento al responsabile della sanità regionale, ma il suo portavoce non ha fornito riscontri.

L’assenza di un backup delle informazioni criptate è un problema che sta allungando i tempi di riparazione del danno subito dall’infrastruttura informatica della regione. I cybercriminali che sono andati dentro i server hanno utilizzato un virus, un ransomware, che permette di ottenere la decriptazione dei dati solo dopo il pagamento di un riscatto. Una sorta di vero e proprio rapimento a fini di estorsione. Il rischio che si corre, ed è molto frequente con questo tipo di attacchi informatici, è che una volta pagati i pirati informatici potrebbero non fornire la chiave di decriptazione.

Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, nella conferenza stampa di ieri ha affermato che «sono infondate le voci di una richiesta di riscatto» e che in ogni caso non sarà pagato. In molti queste parole avevano destato qualche dubbio: i ransomware sono virus utilizzati proprio per estorcere denaro. Ransom in inglese significa proprio “riscatto”. Qualcuno ha pensato a un momento di confusione di Zingaretti. Ma questa sua uscita ha trovato riscontro anche nelle dichiarazioni del direttore della Polizia postale, Nunzia Ciardi: «Per ora non c'è richiesta di riscatto, ma dobbiamo lasciare che le indagini facciano il loro corso».

La regione intanto fa sapere con una nota che gli attacchi sono continuati anche nel corso della notte. Poi annuncia un primo ritorno alla normalità: «I servizi per la prenotazione dei vaccini e l’anagrafe vaccinale saranno ripristinati entro 72 ore». Inoltre specificano che «sono stati isolati e messi in sicurezza in appositi cloud tutti i dati dei servizi che non sono stati attaccati, come i dati sanitari».

Al momento, però, i dati criptati – ma «non sottratti», come assicurano dalla regione – sono ancora alla mercé dei pirati informatici. Ancora non si sono fatti vivi per fornire la chiave per farli tornare nelle mani della regione, che a questo punto bisogna capire come si comporterà per tornarne in possesso.

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