AM e DM, prima e dopo Messi. La Mls, il campionato di calcio statunitense, pensava che l’avvento del fuoriclasse argentino, campione del mondo in carica, avrebbe potuto spostare gli equilibri, non solo in campo ma, soprattutto, nella crescita di un movimento che in questi ultimi venti anni è completamente cambiato.

L’esordio di Lionel Messi è stato micidiale nella Leagues Cup, torneo organizzato dalla federazione Usa insieme a quella messicana: 10 reti, miglior marcatore, miglior giocatore e primo trofeo della storia nella bacheca del club di Miami. Nella Mls, però, le cose sono andate diversamente a causa di un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per più di un mese: l’Inter Miami non si è qualificata ai playoff. E per distrarre il pubblico è stata realizzata la serie, per Apple TV+, Messi Meets America; aprendo dibattiti sul reale impatto di Leo nella Mls.

Le novità

Nella notte italiana tra mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio inizierà la ventinovesima edizione del campionato di soccer con ventinove squadre e il Columbus Crew campione in carica. Nessun nuovo club, ma due grandi novità regolamentari contro le perdite di tempo. Chi lascia il campo per una sostituzione dovrà farlo dal punto in cui si trova e al massimo entro 10 secondi, altrimenti lascerà la squadra in inferiorità numerica per un minuto. Il calciatore che rimane fermo per 15 secondi a causa di un ipotetico infortunio deve restare invece due minuti fuori dal campo per gli accertamenti del caso. L’esperimento è mutuato dalla Mls Next Pro, il campionato di sviluppo. Numeri alla mano, dimostra che si possono modificare usanze malsane considerate immodificabili.

Il tema è il solito. Nel momento in cui il calcio accetta di essere un’industria di intrattenimento, deve adattare la qualità dello spettacolo da offrire al pubblico. Certe abitudini stancano e annoiano. In questi 25 anni la crescita economica è stata esponenziale e si declina con una cifra: la tassa di iscrizione al campionato, passata dai 5 milioni di dollari dei Chicago Fire nel 1998 ai 20 dei San Jose Earthquakes nel 2008, ai 110 del Los Angeles nel 2018, fino ai 325 di Charlotte del 2022. L’unica eccezione è stata l’Inter Miami di David Beckham, entrata nel 2020 con 25 milioni, condizione vantaggiosa fatta inserire nell’ultimo contratto con il Los Angeles Galaxy.

L’economia del torneo

Il commissioner Don Garber è preoccupato che gli Usa diventino un bancomat per il calcio europeo, che si prende i giovani migliori a poco e manda le vecchie stelle a riscuotere lauti stipendi. Si teme che molti universitari spinti verso il professionismo rimangano senza niente in mano, né contratto né titolo di studio. Il modello statunitense funziona per baseball, pallacanestro e football americano, meno per il soccer. Lo ha detto bene Taylor Twellman, ex giocatore della nazionale e oggi analista di Espn: «Nel resto del mondo i ragazzi dai 17 ai 21 anni sono già professionisti, da noi giocano tre mesi scarsi in una stagione al college».

È uno dei motivi per cui in tanti vorrebbero cambiare, tra molte resistenze. Dal 2017 le squadre della Mls possono avere un proprio settore giovanile. Un giocatore di 15 anni che abita nello stesso stato, dopo una stagione può firmare un contratto come homegrown player, fuori dal budget salariale. Un sistema di fatto diventato antagonista dei college.

L’esempio è Brendan Aaronson, 23 anni, cresciuto nel vivaio del Philadelphia Union, arrivato in Europa al Salisburgo per essere poi acquistato dal Leeds United, attualmente in prestito all’Union Berlino. Nel 2016 questi contratti erano stati in tutto 6, sono diventanti 11 nel 2017, 30 nel 2018, 43 nel 2019 e 36 nel 2020 (fonte: totalfootballanalysis). Così, nel tentativo di emanciparsi dal ruolo di succursale del calcio europeo, gli Stati Uniti stanno diventando il nuovo hub del calcio mondiale, in concorrenza con il Medio Oriente.

Nel 2023 hanno ospitato la Concacaf Gold Cup con il Canada, quest’anno ospiteranno la Copa America, nel 2025 il Mondiale per club della Fifa e i Mondiali nel 2026 con Canada e Messico. Per circa tre mesi nei prossimi ventotto saranno il fulcro planetario del calcio, grazie a organizzazione, strutture, equilibrio competitivo e potenziale economico. Con tutto ciò che le manifestazioni si porteranno dietro, tra visibilità, turismo, sponsorizzazioni, marketing e merchandising. Tra gli italiani del torneo, oltre a Vanni Sartini, allenatore dei Vancouver Whitecaps Fc, spicca Federico Pizzuto, director of sports performance dei New England Revolution: due Mls vinte con il Columbus Crew partendo dalla gavetta. Le favorite secondo i bookmaker sono Inter Miami, Los Angeles, Columbus Crew, Cincinnati e Philadelphia Union.

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