Un nuovo blitz a Caivano, territorio di violenza, spaccio e ancora una volta di camorra, tornata stamattina al centro delle cronache per l’arresto con l’accusa di associazione mafiosa di nove persone, tra cui tre ex politici di Italia viva. Nel comune sciolto quest’estate e finito sotto ai riflettori per le cuginette del Parco Verde vittime di ripetuti abusi, all’alba i carabinieri hanno arrestato 9 persone con l’accusa di associazione mafiosa e corruzione. In manette, tra i nove, l’ex assessore ai lavori pubblici del Comune, Carmine Peluso, Giovanbattista Alibrico, ex consigliere di maggioranza, e Armando Falco, che l’ordinanza identifica come segretario cittadino del partito di Matteo Renzi e parente dell’ex sindaco di centrosinistra Enzo Falco.

Tra gli arrestati Antonio Angelino, esponente dell'omonimo clan operante sul territorio; Giovanni Cipolletti, Massimiliano Volpicelli, Martino Pezzella, Raffaele Bervicato, Raffaele Lionello, Domenico Galdiero. Avrebbero avvicinato imprenditori aggiudicatari di lavori pubblici del Comune di Caivano per riscuotere somme da consegnare al clan mentre una parte del denaro veniva intascata direttamente da loro.

In una nota Ciro Buonajuto, coordinatore regionale e portavoce nazionale di Italia viva, precisa che Peluso e Alibrico «non sono mai stati iscritti» a Italia viva, mentre Falco è stato iscritto soltanto nel 2021 senza mai rinnovare l’adesione. Peluso e Alibrico, che facevano parte del gruppo consiliare Orgoglio Campano, avevano aderito nel 2021 a quello di Italia viva.

L’inquietante sistema

Le indagini sono partite nell’agosto di due anni fa. Angelino, Cipolletti e Volpicelli, si legge nell’ordinanza, oltre a essere artefici delle estorsioni, avevano instaurato un vero e proprio «inquietante "sistema" di gestione camorristica dell'attività amministrativa del Comune di Caivano, ben collaudato e radicato nel tempo», dove i politici facevano da intermediari per intascare le somme guadagnate con le estorsioni.

Un "Sistema" basato sul condizionamento degli affidamenti di lavori pubblici, e fondato su episodi corruttivi, che vedevano protagonisti il dirigente del settore Lavori pubblici Zampella, insieme a Peluso, Alibrico, tecnici privati ed esponenti politici come Armando. Le imprese provvedevano poi, in cambio delle aggiudicazioni, a versare al funzionario e (o) agli amministratori pubblici, e al clan tramite la loro.

Il «quadro, desolante, sin qui delineato», evidenzia per la procura «come il sindaco di Caivano non potesse di certo ignorare il ruolo che la criminalità organizzata locale aveva assunto sul territorio ed i contatti e collegamenti che aveva instaurato con esponenti della sua amministrazione».

Comune sciolto

ll comune di Caivano è stato sciolto, la scorsa estate, per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Ufficialmente il motivo sarebbero i dissidi interni alla maggioranza. Da allora, il Comune è retto da un commissario prefettizio. Secondo l'ipotesi accusatoria, come si legge nell'ordinanza di fermo, i tre politici indagati si muovevano «concordando anche l'importo delle quote estorsive».

Inoltre, stando alle indagini, «condizionavano lo svolgimento e l'affidamento delle gare» per i lavori pubblici del Comune di Caivano, «provvedendo con la cooperazione del dirigente del settore lavori pubblici del Comune, Vincenzo Zampella», anche lui tra i destinatari del provvedimento di oggi, «a favorire l’affidamento dei lavori a ditte compiacenti, anche attraverso determine motivate ingiustificatamente dalla somma urgenza degli interventi o attraverso gare oggetto di turbative».

Nell’ordinanza si spiega che Angelino operava anche nel Parco Verde, qui aveva una base, si occupava di spaccio e da ultimo il clan di Angelino tra le altre operazioni criminali aveva fatto arrivare tramite Peluso richieste estorsive per i lavori di messa in sicurezza della scuola. 

Visita Mantovano

Questa mattina è cominciata la visita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano al centro sportivo Delphinia, in occasione del termine dei lavori di bonifica da parte degli specialisti del Genio dell'esercito italiano.

«L’operazione di cui avete dato notizia – ha detto - fa venire alla luce - ovviamente questa è l'ipotesi investigativa che ha portato a questi primi risultati – pesanti infiltrazioni criminali nell'amministrazione comunale di Caivano». E questo, ha proseguito, servirà a «rafforzare il controllo del territorio, sia attraverso iniziative giudiziarie mirate, quale quella di questa mattina».

E mentre visitava Caivano, si è fatto accompagnare dal commissario delegato per la riqualificazione del territorio, Fabio Ciciliano, e dalla sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Pina Castiello, che secondo quanto rivelato da questo giornale per un killer della camorra sarebbe vicina ai clan.

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