È nel testo del decreto legge Pnrr in aula alla Camera che il governo ha inserito la copertura di 65 milioni per la costruzione dei centri per migranti in Albania, dove dovrebbero essere portate le persone salvate in acque internazionali dalle autorità italiane, in base al protocollo firmato dalla premier Giorgia Meloni e dall’omologo albanese Edi Rama. Sul decreto, il governo di Giorgia Meloni ha posto la fiducia che è stata approvata con 185 voti a favore, 115 contrari e 4 astenuti. 

«Preso atto che la norma di cui all’articolo 32, comma 2, incarica il ministero della Difesa della progettazione e dell’esecuzione dei lavori», si legge nel decreto legge, «nonché dell’acquisizione delle forniture necessarie per la realizzazione delle strutture previste dal protocollo d’intesa fra Italia e Albania firmato a Roma il 6 novembre 2023 e ratificato con legge 21 febbraio 2024, n. 14, autorizzando una spesa di 65 milioni di euro per l’anno 2024, di cui 4,5 milioni per il sito di Shengjin e 60,5 milioni per il sito di Gjadër, oltre che l’incremento di 1,27 milioni di euro delle spese di missione per il personale italiano».

La commissione Affari esteri e comunitari della Camera ha dato parere favorevole. E si attende il voto finale dell’aula per poi passare il provvedimento al Senato. 

Il costo della costruzione

Come rivelato da Domani, per la sola realizzazione e costruzione dei centri di trattenimento in Albania saranno necessari oltre 65 milioni di euro e circa 8 mesi di tempo. Una cifra e un termine che non sono tuttavia certi, viste le incognite rilevate dal primo sopralluogo degli ufficiali italiani dell’Aeronautica militare: i territori individuati, avevano sottolineato gli ufficiali, non sono semplici da ripulire e potrebbero rallentare maggiormente i lavori.

Oltre a mostrare la divisione delle spese, il governo ha inserito un incremento di oltre un milione di euro per le spese di missione del personale italiano. Solo per l’anno 2024, quindi, 4,5 milioni di euro saranno destinati alla struttura al porto di Shëngjin – a 70 chilometri a nord di Tirana – destinata all’identificazione e al fotosegnalamento dei migranti, senza pernottamento.

60,5 milioni di euro, oltre il 90 per cento della spesa, servirà invece a costruire il centro di Gjadër, in un sedime dell’Aeronautica militare albanese, dove verranno costruite due diverse strutture: un hotspot e un Centro di permanenza per il rimpatrio. Un luogo abbandonato, in decomposizione e con grandi criticità, non sarà facile metterlo in sicurezza. I lavori verranno affidati ad aziende esterne, senza limiti di importo, «secondo le deroghe previste e con procedure semplificate». 

«Avete fatto approvare dal parlamento l’accordo Italia Albania, questa nuova ipotesi di deportazione di persone innocenti verso un altro paese», ha commentato la deputata del Partito democratico Maria Cecilia Guerra, durante la discussione in aula. «Vi abbiamo confutato anche il fatto che è piuttosto onerosa ma ci sbagliavamo», ha continuato, spiegando che ai milioni già previsti si aggiungono altri 65 milioni «in tre righe infilate in questo provvedimento, non si sa perché», una spesa milionaria «per portare uno o due migliaia di migranti da un’altra parte e far vedere che siamo più bravi di tutti». 

Il responsabile economia di Sinistra Italiana, Giovanni Paglia, ha invece stimato che «alla fine servirà un miliardo di euro in 5 anni: tanto ci costeranno infatti i campi di prigionia per migranti, voluti dal governo Meloni in Albania». Ha poi aggiunto nel suo post su Facebook: «Almeno 200 euro per persona al giorno, solo per poter dire che sono sbarcati altrove. Un bell’impasto di soldi pubblici buttati e disumanità, che dovrebbe indignare chiunque».

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