Sergio Mattarella ha parlato in piedi, dal Quirinale addobbato per il Natale, per circa un quarto d’ora. È il suo nono discorso (qui trovate, nella versione integrale, il discorso), ed è un record legato alla durata senza precedenti del suo mandato. Il discorso è trasmesso, come di consueto, a reti unificate.

Il presidente della Repubblica ha parlato della brutalità della guerra e del bisogno di pace: «La guerra non nasce da sola». «È indispensabile fare spazio alla cultura della pace». «Per costruirla bisogna educare alla pace». E «dipende anche da ciascuno di noi».

Parlando della violenza nella vita quotidianità, Mattarella ha fatto un riferimento a quella «più odiosa sulle donne» e si è rivolto direttamente ai giovani: «l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità». E ha fatto riferimento anche alla violenza presente sui social network.

Ha parlato del lavoro che manca o che è svolto in condizioni inique, «con tante e inammissibili vittime». «Dipende da tutti noi far prevalere, sui motivi di allarme, le opportunità di progresso scientifico, di conoscenza, di dimensione umana».

Si è riferito agli anziani: «Si ha sempre bisogno della saggezza e dell’esperienza. E di manifestare rispetto e riconoscenza per le generazioni precedenti. Che, con il lavoro e l’impegno, hanno contribuito alla crescita dell’Italia».

Ha fatto riferimento agli studenti e al prezzo spropositato degli affitti. Ha chiesto di «non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti». L’avvento dell’intelligenza artificiale è una rivoluzione, ma dobbiamo fare in modo che «resti umana».

«Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli», ha detto.

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