Sono confermati gli arresti domiciliari per Salvatore Baiardo. Lo ha deciso la Cassazione con riferimento all'ipotesi di calunnia contestata dalla procura fiorentina all'ex gelataio di Omegna, amico dei fratelli Graviano, nei confronti del giornalista Massimo Giletti, di cui era stato più volte ospite nella trasmissione televisiva Non è L'Arena.

La misura era già stata decisa a fine settembre dal tribunale del Riesame di Firenze, che ha accolto il ricorso della procura antimafia contro la decisione del giudice che inizialmente aveva negato la misura cautelare ai danni di Baiardo.

Per i pm di Firenze l’ex gelataio, già condannato con sentenza definitiva il 5 gennaio del 1998 per aver favorito la latitanza dei Graviano, deve andare ai domiciliari con il divieto di comunicazione con i congiunti.

La fotografia

La vicenda ruota soprattutto intorno a una foto, notizia rivelata da Domani, che ritrarrebbe Giuseppe Graviano, l’ex generale Francesco Delfino e Silvio Berlusconi.

Uno scatto, risalente al 1992, del quale Baiardo aveva parlato con Paolo Mondani del programma Report, Massimo Giletti e Domani prima di negare tutto davanti ai pubblici ministeri. Ma Baiardo è stato smentito dalle intercettazioni telefoniche che hanno confermato la veridicità del racconto del conduttore, come emerge nelle carte del tribunale del Riesame.

Nella conversazione registrata da Mondani, Baiardo ha confermato di aver mostrato la fotografia anche in un incontro con Paolo Berlusconi. La foto, racconta l’ex gelataio al giornalista, aveva valenza intimidatoria per ottenere l’abrogazione del 41bis, nella speranza che una decisione critica verso il cosiddetto ergastolo ostativo potesse venire dalla Corte di Cassazione nella pronuncia attesa per marzo 2023.

Giletti, invece, aveva dichiarato ai pm di aver visto la fotografia e di aver riconosciuto sia Silvio Berlusconi che il generale Delfino. Baiardo gli aveva confidato che non la teneva nascosta in casa ma in un luogo ignoto, ma davanti ai procuratori ha negato tutto affermando che si trattava di «un’invenzione del giornalista». 

Il giudice ha deciso quindi di accogliere il ricorso per calunnia ai danni di Giletti e del sindaco di Cesara, Giancarlo Ricca, accusato da Baiardo di aver custodito i soldi dei Graviano e di averli rimessi nella disponibilità del mandamento di Brancaccio.

Le motivazioni

Per i giudici è tutto falso e sussistono le motivazioni delle esigenze cautelari ai domiciliari in quanto le calunnie «risultano poste in essere su tematiche di estrema delicatezza inerenti la storia del nostro paese» e inoltre «sono state poste in essere con modalità inquietanti, sia attraverso le dichiarazioni fatte all'autorità giudiziaria, sia attraverso l'uso dei social, come quando lo stesso Baiardo si è vantato di aver detto sciocchezze al giornalista Mondani, ritrattando quanto dichiarato dinanzi a lui ed alle telecamere della Rai il 2.03.2023».

Nelle motivazioni i giudici di Firenze scrivono inoltre che «lo stesso indagato fa un uso intenso e disinvolto dei social, che non è tollerabile per la salvaguardia delle esigenze cautelari. Deve quindi affermarsi sia il pericolo di reiterazione che quello di inquinamento probatorio attraverso l'uso disinvolto dei mezzi di comunicazione, nei quali l'indagato conferma o smentisce a suo piacimento, in una girandola di dichiarazioni, quanto dichiarato ai singoli giornalisti».

I giudici, invece, hanno respinto l’altra parte del ricorso relativa al presunto favoreggiamento di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, visto che gli elementi raccolti non hanno raggiunto la soglia della gravità indiziaria. L’ex senatore forzista è indagato (lo era fino alla morte anche il fondatore di Forza Italia) per concorso in strage, accusato di essere il mandante delle stragi sul continente, realizzate nel 1993 dalla mafia. Le indagini precedenti con le medesime accuse sono state tutte archiviate.

Il rapporto con i Graviano

Nella sentenza del Riesame è raccontata anche la relazione tra Baiardo e i Graviano. «È innegabile – si legge – che gli elementi raccolti dagli investigatori attestino un legame pluridecennale, quindi continuo, stabile e fedele, tra Baiardo e i fratelli Graviano, soprattutto con Giuseppe». Quest’ultimo è «informatissimo di cosa avviene nonostante il regime del 41bis al quale è sottoposto». 

Lo dimostrerebbero le azioni e le dichiarazioni di Baiardo stesso: il 21 gennaio 2023 alla moglie confida che una volta usciti dal carcere i Graviano inizieranno una nuova vita in Costa Azzurra o in Svizzera. Dichiarazioni espresse «con tono che induce a ritenere una diretta conoscenza del proposito, non una semplice congettura basata su una conoscenza terminata quasi trent'anni prima», si legge nella sentenza.

Viene anche segnalata la visita di Baiardo in un tabaccaio di Palermo, di proprietà di un nipote della moglie di Giuseppe Graviano. 

Baiardo ha fatto il passo più lungo della gamba, esponendosi in favore dei Graviano in televisione e sui social network. Una scelta che gli è costata i domiciliari.

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