il dibattito aperto da marco follini

Non basta il populismo per spiegare cosa è successo negli anni Settanta

© Marco Merlini / LaPresse 08-09-2007 Bologna Politica Piazza Maggiore - manifestazione organizzata da Beppe Grillo V-Day Nella foto Beppe Grillo
© Marco Merlini / LaPresse 08-09-2007 Bologna Politica Piazza Maggiore - manifestazione organizzata da Beppe Grillo V-Day Nella foto Beppe Grillo
  • Populismo è un concetto, estrapolato da esperienze storiche, che può servire come aggettivo ma reificato come sostantivo, dice poco, anzi nasconde i problemi.
  • La classe dirigente italiana è sempre stata prodiga di atteggiamenti populisti, da Benito Mussolini che falcia il grano, a Bossi che esibisce un gergo da trivio. Berlinguer, Pertini o Cossiga possono non piacere, ma sono altra cosa.
  • Se la loro fu una «fuga in avanti», conviene capirne cause e condizioni, e domandarsi se la coralità resistenziale era la soluzione o il problema. L’intesa costituente aveva infatti realizzato un delicato equilibrio, salvifico nella drammatica congiuntura del Dopoguerra, ma poi sfociato nel consociativismo.

Due validi rappresentanti dell’ultima generazione dei partiti storici, Marco Follini, solide basi democristiane, classe 1954, e Gianni Cuperlo, solide basi comuniste, classe 1961, hanno confrontato giorni fa su Domani le loro visioni degli anni Settanta. Il primo, amaramente, ha evocato l’incapacità dei partiti di risolvere una «crisi di sistema» e lì ha visto l’origine di una «fuga in avanti», della «ricerca di scorciatoie» nella demagogia che vede nei messaggi di Sandro Pertini, nella questio

Per continuare a leggere questo articolo