Il legislatore democratico del Congresso americano, Bennie Thompson, ha intentato una causa civile contro l’ex presidente americano, Donald Trump, accusato di avere incitato i suoi sostenitori ad assaltare il Campidoglio il 6 gennaio. Secondo Thompson, Trump avrebbe violato il Ku Klux Klan Act, una legge risalente al periodo dopo la guerra civile americana e che mirava a punire le azioni di chi, come all’epoca il gruppo suprematista bianco, cospirasse per mettere in pericolo la democrazia e impedire al Congresso di funzionare liberamente. 

La fine dell’impeachment

L’azione legale del democratico è la prima reazione fattuale degli oppositori di Trump al fallimento dell’impeachment contro l’ex presidente. Il 13 febbraio il senato ha bloccato il processo di messa in stato d’accusa del presidente.

A essere determinanti sono stati i voti dei repubblicani che hanno in gran parte deciso di non approvare la procedura pur considerando Trump responsabile di quanto avvenuto. Anche chi come il leader del Great Old Party al senato, Mitch McConnell aveva condannato le azioni dell’ex presidente, ha infatti deciso di salvare il proprio compagno di partito dicendo di «volere lasciarsi il passato alle spalle».

L’epilogo del 13 febbraio è quindi stato molto simile a quello della prima procedura di impeachment iniziata nel 2019. Anche in quel caso, il senato aveva fermato la messa in stato d’accusa di Trump all’epoca accusato di avere chiesto al presidente ucraino di indagare il suo rivale e attuale presidente, Joe Biden.

Gli altri soggetti coinvolti

Tra le altre organizzazioni coinvolte nell’azione legale presentata da Thompson ci sono anche i gruppi di estrema destra Oath Keepers e Proud Boys. Quest’ultimi sono già stato dichiarati organizzazione terroristica dal Canada per avere preso parte all’assalto al Congresso. Anche il legale di Trump ed ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, è tra gli accusati per quanto avvenuto il 6 gennaio.

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