Quattro uomini sono morti in Calabria a causa delle esalazioni emanate da una vasca che conteneva mosto d’uva. Una quinta persona, una donna di 36 anni, è rimasta ferita; trasferita in ospedale, è considerata fuori pericolo. L’incidente è avvenuto ieri mattina nel comune di Paola, in provincia di Cosenza. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e una squadra del Nucleo batteriologico chimico radiologico, che dovrà accertare il tipo di sostanze tossiche sprigionate dalla vasca.

Le vittime sono Giacomo e Valerio Scofano, fratelli di 70 e 50 anni, e Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio di 70 e 40 anni. I carabinieri hanno riferito che una delle vittime si trovava agli arresti domiciliari: si tratta di Valerio Scofano, a cui era stato contestato il reato di stalking. I componenti dei due nuclei familiari lavoravano nella cantina dell’abitazione perché tutta la famiglia avesse vino sulla tavola il prossimo inverno. «Sono drammi difficili da commentare, i parenti sono morti per soccorrere Santino», ha detto Roberto Perrotta, sindaco di Paola.

Un incidente in famiglia

Secondo le prime ricostruzioni, Massimo Carnevale si sarebbe calato all’interno della vasca di fermentazione del mosto e avrebbe respirato il monossido di carbonio esalato dalla fermentazione. I familiari avrebbero quindi tentato di salvarlo scendendo a loro volta nella vasca, dove avrebbero inalato i fumi poi risultati fatali.

All’interno di uno scantinato, i vigili del fuoco hanno trovato una donna priva di coscienza: la 36enne è stata portata all’ospedale Annunziata di Cosenza, dove non versa in pericolo di vita. Sarebbe stata proprio lei, prima di perdere i sensi, a dare l’allarme. «Il locale in cui le quattro vittime stavano preparando il vino non era sufficientemente arieggiato», ha detto il procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni.

Le morti sul lavoro

La tragedia di Paola, che pure si è consumata in ambito familiare, ha riacceso l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, al termine di una settimana drammatica sul fronte delle morti bianche. Negli ultimi otto mesi, le denunce di infortunio con esito mortale presentate all’Inail sono state 772. Da più parti si invoca un intervento concreto da parte del governo. «Nel 2021 non si può morire sul lavoro, bisogna istituire comitati di lavoratori e impresa», ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.

I sindacati invocano sanzioni e misure più dure, con il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che nei giorni scorsi ha chiesto uno stop per le aziende che non rispettano le norme di sicurezza. Alle parti sociali ha risposto il presidente del Consiglio, Mario Draghi: la prossima settimana sarà annunciato un provvedimento che andrà a modificare tempistica e severità delle pene per i responsabili.

Insieme al settore edile, l’agricoltura detiene il primato degli incidenti mortali. Tra le 772 morti sul lavoro registrate nel 2021, spicca l’aumento del 20 per cento del settore agricolo. Ma il dato potrebbe essere sottostimato a causa del lavoro nero che caratterizza il settore. «Attività come la vendemmia non si improvvisano, richiedono conoscenze e competenze non scontate», ha detto Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl. «Per questo la piattaforma contrattuale che abbiamo inviato a Cia, Coldiretti e Confagricoltura propone l’introduzione di maggiori strumenti rivolti alla formazione e al controllo degli appalti».

Gli occhi della politica

Tra i primi a commentare la vicenda di Paola è stato il senatore del Movimento 5 stelle Nicola Morra: «Apprendo che si è consumata l’ennesima tragedia sul lavoro. Un grande abbraccio a tutte le famiglie», ha scritto su Facebook il presidente della commissione antimafia. «Se il governo dovesse presentare un decreto legge per affrontare il problema, come ha fatto intendere Draghi, valuteremo la qualità del testo».

Il 3 e il 4 ottobre in Calabria si vota per il rinnovo del consiglio regionale e per eleggere il nuovo presidente di regione. La tornata elettorale è in anticipo rispetto alla scadenza della legislatura a causa della morte della presidente in carica, Jole Santelli, avvenuta un anno fa. A sfidarsi per la carica di governatore saranno quattro candidati. Pd e M5s sostengono la scienziata Amalia Bruni, direttrice del Centro di neurogenetica di Lamezia Terme. Il centrodestra candida invece Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera al centro di un’inchiesta di Domani sui flussi finanziari sospetti legati a una sua società.

Si candida in Calabria anche Luigi de Magistris, già sostituto procuratore a Catanzaro. Il sindaco uscente di Napoli è appoggiato da sei liste, tra cui quella promossa dall’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, condannato a 13 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra i candidati per la poltrona di governatore figura poi Mario Oliverio, presidente della regione dal 2014 al 2020, che si presenta all’appuntamento elettorale in polemica con il Partito democratico.

 

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