Fratelli d’Italia gestirà 426mila euro in più nelle proprie casse rispetto allo scorso anno, ricevendo in totale tre milioni e 132mila euro. Sorride anche il Pd che torna a incassare una somma superiore a sette milioni di euro, con il 2 per mille, riavvicinandosi alle cifre del 2020, sebbene lontano dal record di otto milioni di euro. Il calo è stato frenato. I dati diffusi dal ministero dell’Economia indicano una crescita complessiva delle risorse assegnate con l’ultima forma di finanziamento pubblico ai partiti, che avviene in base alle indicazioni volontarie dei contribuenti.

In riferimento all’ultimo anno fiscale sono stati ripartiti 20 milioni e 402mila euro, la cifra più alta dall’introduzione del meccanismo, con un incremento di quasi due milioni di euro. 

Tuttavia, su oltre 41 milioni e 800mila contribuenti solo un milione 431mila ha indicato il codice di un partito nella dichiarazione dei redditi. Eppure è sufficiente a garantire qualche risorse aggiuntiva alle principali forze politiche, a eccezione della Lega per Salvini premier che ha subito una pesante battuta d’arresto.

Piange la Lega

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Nelle casse del partito arriverà un milione e 210 mila euro, facendo registrare un arretramento di oltre 600mila euro rispetto all'anno precedente e favorendo il sorpasso di Azione di Carlo Calenda che ha sfondato il tetto di un milione di euro di contributi, attestandosi a un milione e 256mila. Una somma molto elevata, nonostante le scelte dei contribuenti siano quasi la metà rispetto a quelle della Lega.

Nel conteggio assume un peso specifico il reddito del contribuente, dato che il 2 per mille è parametrato su quel valore. A preoccupare Matteo Salvini sono anche altre statistiche, che confermano la perdita di appeal nelle storiche roccaforti.

In Lombardia solo 37.649 persone hanno scelto il suo partito contro i 103.969 che hanno indicato il codice del Pd e i 51.348 che hanno optato per FdI di Giorgia Meloni.

In Veneto non è andata meglio: 15.411 hanno voluto destinare le risorse alla Lega salviniana, decisamente una quota inferiore rispetto ai 40.155 dei dem e ai 26.049 di Fratelli d’Italia.

Addirittura nella regione amministrata da Luca Zaia, la Lega Nord, il vecchio Carroccio (che è ancora iscritto nel registro dei partiti), ha superato la formazione guidata dall’attuale ministro delle Infrastrutture.

In totale, comunque, il partito fondato da Umberto Bossi ha raggranellato comunque 441mila euro, arretrando di 40mila euro circa. Una conferma che molti elettori settentrionali sono affezionati alla vecchia sigla e alle sue battaglie. Lo scontro politico tra le anime leghiste prosegue sui conti.

Soldi al terzo polo

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I numeri del 2 per mille sono positivi per i soggetti impegnati nella fondazione del terzo polo. La crescita di Azione, che vale l'ipotetico podio, è stata di 374mila euro rispetto all’anno precedente. Ma anche Italia Viva di Matteo Renzi si è avvicinata al milione di euro, fermandosi a 973mila euro (+166mila).

I due partiti che hanno formato la lista centrista alle ultime elezioni superano, insieme, i due milioni e 229mila euro. Sempre nella stessa area politica c’è +Europa, che nelle prossime settimane affronterà il congresso. Il nuovo segretario potrà contare su 577mila euro provenienti dal 2 per mille, con un aumento sensibile in confronto al precedente dato (403mila euro).

Migliora la situazione pure per Articolo 1, affidato all’ex ministro Roberto Speranza e che vede in Pier Luigi Bersani il padre nobile. Gli introiti ammontano a 895mila euro. A sinistra vengono premiati dai contribuenti i soggetti che hanno dato vita all’alleanza rossoverde.

Europa Verde porta a casa 837mila euro, Sinistra italiana di Nicola Fratoianni sale a 832mila euro, proseguendo una crescita che sembra andare di pari passo. Il terzo partner è Possibile, che alle elezioni ha presentato il simbolo in comune con la lista: il partito fondato da Pippo Civati ottiene 255mila euro (+50mila euro).

Gli altri, da Italexit a Idea

Per Italexit di Gianluigi Paragone la raccolta fondi ha portato nelle casse 460mila euro: un risultato notevole, non lontanissimo da Forza Italia che si attesta a 581mila euro, sostanzialmente sugli stessi livelli del 2021.

Tuttavia per Italexit il dato non consola dalla recente esclusione dalla lista dei beneficiari per l’anno 2023. I Radicali italiani si confermano capaci di attirare risorse con il meccanismo del 2 per mille: ricevono infatti 342mila euro.

Tra i soggetti minori, Italia dei valori mette in cassa 57mila euro con una lieve crescita (+3mila) in rapporto all’anno precedente.

Per il Movimento la Puglia in Più, legato all’ex senatore Dario Stefano, dal Mef vengono trasferiti 83mila euro per l’ultima volta, dato che non è presente nella lista dell’anno appena iniziato, mentre il Centro democratico di Bruno Tabacci tocca quota 112mila euro.

In fondo alla lista dei beneficiari c’è Idea, il soggetto presieduto da Gaetano Quagliariello, ex parlamentare, che porta casa appena 20mila euro, facendo peggio del Partito autonomista tirolese, con 31mila euro, e di Demos, con 35mila euro.

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