Il Consiglio dei ministri è durato meno di un’ora, ed è arrivata così la prima estensione dell’uso del green pass e l’obbligo di vaccino per il personale delle Rsa. Nella bozza entrata in consiglio dei ministri si legge che il governo ha dato il “disco verde” all’uso del certificato per il personale esterno delle scuole, i genitori in occasione dei colloqui – specifica Palazzo Chigi - e università a partire dal 10 settembre fino al 31 dicembre. I ministri hanno riferito che il governo si prepara ad estendere il green pass ad altre categorie.

Nè le resistenze della Lega, nè l’appello di 300 professori universitari a partire dallo storico, Alessandro Barbero, hanno fermato il governo, che continua a puntare sull’uso del certificato per arginare la pandemia da Covid-19. Intanto la Camera ha dato il via libera al decreto green pass di agosto, che ha stabilito il primo obbligo relativo agli insegnanti e ai fruitori dei trasporti pubblici. Pochissimi i parlamentari presenti.

Prossime estensioni

Negli scorsi giorni l’esecutivo sembrava pronto ad estendere direttamente il certificato, alla fine Draghi ha preferito una mediazione per passaggi successivi. Il leader della Lega, Matteo Salvini, fino a mercoledì assicurava di aver convinto Draghi al passo indietro.

«Il Governo riconosce nel Green pass uno strumento di libertà e di programmazione» ha detto la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti (Iv) lasciando palazzo Chigi al termine del Cdm. «Il presidente Draghi, nel corso del Cdm ha confermato quanto già detto in conferenza stampa ovvero la gradualità nell’estensione del certificato verde. La linea è chiara».

A quanto appreso dall'Adnkronos, nel corso del Consiglio dei ministri il premier ha fissato a breve «una ampia estensione dell'obbligo del green pass». Ci si aspetta già un nuovo intervento la settimana prossima. Chi ha assistito al Cdm ha riferito che nessun commento sarebbe stato fatto dai ministri leghisti presenti alla riunione, dunque Giancarlo Giorgetti, Erika Stefani e Gian Marco Centiniaio.

Gli ordini del giorno

La Lega ha dato il via libera con il resto della maggioranza al decreto green pass di agosto, passato con 259 voti favorevoli su 295 presenti (meno della metà), contrari 34 e due astensioni.

Tutti i gruppi, chi più chi meno, erano largamente sottorappresentati. Alla fine la Lega aveva in aula 45 deputati su 132 (20 in missione) con una presenza del 34 per cento. Da registrare poi i voti in dissenso dal gruppo di Veronica Giannone (Fi) e di Guido De Martini (Lega). I due astenuti sono Vittorio Sgarbi – che si era detto marcatamente contrario - e Rosa Menga, ex 5Stelle ora al gruppo Misto.

Il Carroccio ha deciso di fare leva sugli ordini del giorno. Il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, mentre era ancora in corso il Cdm, ha ricordato «i correttivi che abbiamo richiesto» e che il governo si è impegnato ad accogliere. Dal prolungamento a 12 mesi della validità della certificazione verde per i guariti dal Covid, ai prezzi calmierati dei tamponi per le persone fragili e i minorenni; tutele per i lavoratori costretti alla quarantena e equiparazione dei tamponi salivari a quelli molecolari.

«Tutte misure che, per quanto riguarda il mondo della scuola, aiuteranno studenti, lavoratori e famiglie ad affrontare in modo più agevole e sereno gli impegnativi mesi che abbiamo di fronte». Di fatto è caduto il no all’estensione.

L’obbligo vaccinale

Il grande punto interrogativo resta l’obbligo vaccinale. Il green pass si limita ad essere un incentivo, soprattutto dopo che il Tar del Lazio ha stabilito, riferendosi al caso degli insegnanti già sottoposti a obbligo, che è possibile nello specifico sospendere dal lavoro senza stipendio chi sia sprovvisto di certificato.

I sindacati il 7 settembre hanno chiarito che sarebbe meglio il vaccino: «Il Comitato direttivo della Cgil, in coerenza con quanto prevede la nostra Costituzione, chiede che il Governo e il Parlamento si assumano la responsabilità politica di prevedere l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini e le cittadine». In queste ore, scrivevano, «sembra continui a prevalere un orientamento che anziché introdurre l’obbligo vaccinale estenderebbe il Green Pass», ma per la Cgil è «necessario che vengano superate le contraddizioni nel Governo, sinora emerse, al fine di determinare un quadro normativo che assolva l’obiettivo di generalizzare la vaccinazione, evitando di produrre nei fatti divisioni nei luoghi di lavoro». Dai sindacati non hanno voluto aggiungere commenti: «La nostra posizione è quella» risponde l’ufficio stampa. Il giorno prima, il 6 settembre, il segretario Maurizio Landini aveva incontrato il presidente del consiglio Mario Draghi.

Palazzo Chigi riporta che «hanno discusso delle prospettive dell’economia in vista dei prossimi mesi e delle principali questioni legate al tema del lavoro». La Cgil ha aggiunto che il premier è stato ufficialmente invitato alle Giornate del lavoro che si terranno a Bologna a fine settembre, senza specificare cosa sia stato detto sul resto.

Lo stesso giorno i sindacati hanno incontrato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Bonomi si era detto più a favore del green pass prevedendo però tamponi gratuiti, la linea che sta via via assumendo la Lega. Landini aveva commentato: «Se il green pass diventa obbligatorio per lavorare allora deve essere gratuito per tutti, perché non si può pagare per lavorare». Nessuna misura finora è stata presa in questo senso. Sia il Partito democratico che Liberi e uguali appoggiano la linea di governo. «Estendere il #greenpass è la strada giusta per mettere in sicurezza il paese», ha twittato la capogruppo dem al Senato Simona Malpezzi. Loredana De Petris, LeU, ha commentato: «Bisogna estendere al più presto il green pass obbligatorio ai luoghi di lavoro, sulla base di un dialogo con le forze sociali che devono essere ascoltate attentamente ma senza depotenziare e rendere inutile» il certificato. E ha spiegato: «Lo stato non può farsi carico dei tamponi di chi rifiuta il vaccino. Deve però assicurare tamponi gratuiti a tutti quelli che sono senza green pass per condizioni indipendenti dalla loro volontà».

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