Mentre il terzo attacco con droni colpisce la capitale russa in pochi giorni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avverte: «La guerra sta ritorando indietro e colpisce anche Russia». Nel frattempo, Vladimir Putin dice di non aver mai escluso la possibilità di negoziare con gli ucraini, ma che il dialogo potrà cominciare soltanto quando l’attuale controffensiva ucraina sarà terminata.

Nel frattempo, proseguono i combattimenti sul fronte meridionale ed orientale, dove Kiev ha lanciato all’attacco parte delle sue riserve. Osservatori e alleati dell’Ucraina restano in attesa di capire come andrà questa nuova operazione, che potrebbe una delle ultime occasioni per sfondare le linee russa prima che l’attuale controffensiva perda impeto.

L’attacco

Mosca è stata colpita nella notte tra sabato e domenica. All’attacco hanno partecipato almeno tre droni, probabilmente della tipologia a lungo raggio autoprodotta in Ucraina. Kiev non ha ufficialmente rivendicato l’attacco, ma Zelensky ha indirettamente ammesso la responsabilità per l’operazione. «Gli attacchi sul territorio russo – ha detto – sono parte di un processo naturale, legittimo e inevitabile».

I droni hanno colpito un quartiere direzionale nel centro di Mosca, dove hanno sede numerosi uffici di ministeri e agenzie pubbliche, tra gli altri quello dello Sviluppo economico, dell’Industria e dello sviluppo digitale. In seguito all’attacco, i voli da uno degli aeroporti di Mosca sono stati temporaneamente sospesi.

Secondo il ministero della Difesa, uno dei tre droni è stato abbattuto, mentre altri due sono precipitati sulla città. Almeno una persona è rimasta ferita nell’attacco e il sindaco della città, Sergei Sobyanin, ha parlato di «danni insignificanti» alla facciata di un edificio.

Si è trattato della terza volta in cui droni hanno attaccato la capitale russa nel giro di una settimana, dopo che Zelensky aveva promesso una rappresaglia per gli attacchi russi contro la città di Odessa. Gli attacchi sono venuti con droni di produzione ucraina, una dimostrazione del fatto che Kiev può ormai colpire la capitale russa in autonomia, senza bisogno di armi fornite dagli alleati. Mosca si trova a circa 500 chilometri dal confine ucraino, una distanza superiore a quella che possono coprire le armi fornite all’Ucraina dai paesi Nato.

Negoziati

Dopo le pressioni di oltre venti leader africani, ospiti a Mosca per un summit Russia-Africa, affinché Putin ripristinasse l’accordo sul grando ed iniziasse negoziati di pace con l’Ucraina, il presidente russo ha dichiarato di non aver mai escluso la possibilità di discutere con Kiev, ma che qualsiasi cessate il fuoco è impossibile mentre la controffensiva ucraina è ancora in corso. Putin ha detto che accoglierebbe favorevolmente un tentativo di mediazione di Africa e Cina per risolvere il conflitto.

I negoziati tra i due paesi sono al momento bloccati, nonostante i numerosi tentativi di aprire un dialogo, portati avanti, tra gli altri, da Turchia, Unione africana e Vaticano. L’Ucraina chiede come base delle trattative il ritorno dei territori occupati nell’ultimo anno e mezzo. Il Cremlino ribatte chiedendo a Kiev di accettare la «nuova realtà territoriale» uscita dall’invasione.

Ma la pressione nei confronti della Russia sta aumentando, soprattutto dopo che due settimane fa ha sospeso unilateralmente l’accordo che consentiva all’Ucraina di esportare grano via mare. Ieri anche papa Francesco ha rivolto un appello per il ripristinò delle esportazioni. «Mi rivolgo ai miei fratelli, le autorità della Federazione russa, affinché l’accordo sul Mar Nero sia ripreso così che il grano possa essere di nuovo trasportato in sicurezza». Il papa ha anche parlato degli attacchi russi che hanno preso di mira depositi di cereali nel porto ucraino di Odessa. «Distruggere il grando – ha detto – è un’offesa contro Dio».

Sul campo

La situazione al fronte intanto rimane caotica. Mercoledì scorso Kiev ha impegnato nella controffensiva in corso da giugno parte delle riserve che aveva tenuto da parte fino a questo momento. Dopo i primi annunci di avanzate e successi, al momento resta chiara solo l’intensità dei combattimenti e l’incertezza della situazione. Esperti e analisti discutono ancora se le forze armate ucraine abbiano esaurito le loro scorte di formazioni armate per il momento o se abbiamo ancora riserve per lanciare una nuova spallata nel caso quella in corso dovesse fallire.

Sul fronte meridionale i combattimenti restano concentrati a Staromaiorske, che gli ucraini hanno occupato la scorsa settimana, ma che ora è minacciato dai contrattacchi russi; e intorno al villaggio di Robotyne, ancora in mano alle truppe russe, ma minacciato sui fianchi. In questo settore, gli ucraini hanno raggiunto la principale linea di difesa russa, costituita da profondi fossati anticarro e altri ostacoli di cemento.

Nonostante gli intensi combattimenti ancora in corso, per il momento non ci sono segnali che questa linea sia stata superata. Secondo diversi analisti, i russi stanno inviando rinforzi per evitare che si sviluppi una breccia nel settore.

 

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