Benvenuti nello sport dove due sole squadre si dividono tutto. Olimpia Milano o Virtus Bologna, Virtus Bologna oppure Olimpia Milano. Dalla stagione 2020/21, la prima intera dopo quella interrotta a metà a causa del Covid-19, hanno preso i tre scudetti (2-1 per Milano) giocando le finali fra di loro, quattro Supercoppe (3-1 per Bologna, l’ultima domenica scorsa), due Coppe Italia su tre (a Milano), con l’unica eccezione rappresentata da Brescia, protagonista di un trionfo storico da ultima favorita.

La pallacanestro italiana è un duopolio accompagnato da un dibattito polarizzante: la presenza di due squadre superiori alla concorrenza è un bene o un male?

Chi non è tifoso di una delle due squadre, lo considera un abuso. Spesso alle altre restano le briciole, con le due schiacciasassi quasi mai superate dagli avversari e un senso di noia trasmesso nell’attesa degli ultimi atti dei vari tornei in cui si ripropone lo scontro diretto. Un confronto che però risulta il punto più alto attualmente raggiungibile dall’intero basket italiano.

Sono più avanti delle altre in termini di budget e di organizzazione, sono le due squadre a partecipare alla massima competizione per club europea – le uniche in grado di essere state ammesse al circolo chiuso dell’Eurolega – e sono quelle che occupano la scena mediatica, catturando l’attenzione degli appassionati e soprattutto degli spettatori casuali, quelli che finiscono per diventare fondamentali nella crescita di un movimento, in una nazione calciocentrica come l’Italia.

Bologna e Milano restano insomma le uniche due squadre in grado di portare in Italia campioni assoluti della pallacanestro europea, come l’mvp dell’Eurolega di due stagioni fa, Nikola Mirotić, arrivato quest’anno a Milano, aggiungendosi agli altri nomi di richiamo assoluto.

Il duopolio non è una faccenda solo italiana. Olympiacos e Panathinaikos dominano in Grecia, Monaco e Asvel in Francia, Bayern e Alba Berlino in Germania, Partizan e Stella Rossa nella Lega dei Balcani, Efes e Fenerbahçe in Turchia.

Solo la Spagna rappresenta un caso diverso, con più squadre di ottimo livello, pur mantenendone due sopra tutte, le solite Barcellona e Real Madrid, come nel calcio. Proprio la Liga, il miglior campionato d’Europa, viene giustamente presa come modello di riferimento per la grande competitività di molte partecipanti, testimoniata tanto dalla presenza fissa di più di due squadre in Eurolega quanto dalle posizioni di prestigio nelle altre competizioni europee.

La concorrenza fantasma

Il focus andrebbe allora spostato sull’antagonismo che non c’è. Da questo punto di vista, non ci si può che augurare una loro crescita: fra tutte, spicca il Derthona a Tortona, il nuovo che avanza, sempre più la terza incomoda fra le due big, con un progetto che anno dopo anno aggiunge un mattoncino in più. Una società passata in 15 anni dalla serie C2 alla partecipazione nelle coppe europee, per la prima volta nella sua storia in questa annata.

«La loro superiorità deve essere una fonte d’ispirazione per noi» ha detto il coach Marco Ramondino poco prima della finale scudetto, ribadendo l’intenzione di volersi imbucare in alto, come accaduto di tanto in tanto negli anni prima del Covid-19 alla Reyer Venezia e alla Dinamo Sassari.

Sono diventate a loro volta due solide realtà, dall’identità ben definita, in grado di riempire il vuoto lasciato dalla Mens Sana Siena, dichiarata fallita nel 2014 con due scudetti revocati. Realtà che si sono affermate anche in campo femminile, mantenendo un doppio impegno nelle zone nobili delle due serie A, battendo una strada intrapresa negli ultimi anni anche dalla Virtus Bologna (vincitrice nel weekend pure della Supercoppa femminile, una storica doppietta) e con la sponsorizzazione del Sanga Milano anche da Armani, il patron dell’Olimpia. Con grande probabilità lo ritroveremo in tribuna VIP per la finale del campionato che inizia nel prossimo week-end, secondo le previsioni contrapposto al proprietario della Virtus Massimo Zanetti.

Milano ha confermato in panchina Ettore Messina, Bologna s’è affidata a Luca Banchi, la sorpresa dei Mondiali, il cittì della Lettonia subentrato a Sergio Scariolo alla fine di una telenovela estiva fatta di scontri interni. Promettono di essere protagonisti Shengelia e Melli, gli atletici Shields e Cordinier, i tiratori Belinelli e Baron, gli ex di lusso Ricci e Hackett, i “totem” Dunston e Hines, i nazionali Tonut e Pajola, nella prima stagione senza Gigi Datome, in attesa della piena maturazione di Abass e Bortolani, 22 anni, la rivelazione della Supercoppa.

Tutto sommato, non è la faida Milano-Bologna a rappresentare una questione prioritaria da affrontare nel movimento cestistico nazionale.

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