- Ogni mondiale è stato l’occasione per celebrare successi e ambizioni della nazione ospite. L’edizione 2022 in Qatar solleva però anche interrogativi sulla coerenza della scelta di concedere a un paese che è severamente criticato sul piano dei diritti umani un’opportunità per migliorare la propria immagine grazie al calcio.
- Si tratta di una questione cruciale nel momento in cui sono soprattutto le autocrazie a candidarsi a ospitare il mondiale, la Cina per prima nel 2030 o 2034.
- Ma anche dalle competizioni continentali e femminili emergono criticità e disuguaglianze. Questo articolo è un estratto dal nuovo numero di Scenari: “Il grande gioco”, disponibile in edicola e in digitale dal 18 novembre. Iscriviti alla newsletter per seguire tutti gli aggiornamenti sulle prossime uscite.
Ogni quattro anni, per un mese sembra che in tutto il pianeta non si possa parlare che di un argomento. Non è stato sempre così, c’è stata un’epoca in cui la Coppa del mondo riceveva un’attenzione molto inferiore alle olimpiadi, in particolare, ma ormai la convergenza di interessi politici, economici e sportivi intorno alla manifestazione che designa la più forte nazionale è senza paralleli. L’edizione 2022 in Qatar solleva però anche interrogativi sulla coerenza della scelta di concedere a un



