Le notizie di oggi, 30 dicembre: i dati del monitoraggio Gimbe su tamponi e vaccini e i dati Agenas sui ricoveri e le terapie intensive; il via libera dell’Aifa alla pillola di Merck e la soddisfazione delle regioni riguardo il cambio delle regole sulla quarantena deciso dal governo.

I dati Covid di oggi

Sono 126.888 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Lo stesso giorno di una settimana fa erano stati 44.595. Le vittime sono state 156 in un giorno, mentre una settimana fa erano state 168. Sono aumentati di 41 i ricoveri in terapia intensiva e di 288 i ricoveri nei reparti ordinari. A fronte di 1.150.352 tamponi effettuati, il tasso di positività è oggi dell'11,03 per cento contro il 4,95 per cento di 7 giorni fa, quando i tamponi erano stati 901.450. Sono attualmente in isolamento domiciliare 767.371 persone, 104.269 in più nelle ultime 24 ore.

Ricoveri e terapie intensive oltre la soglia critica

LaPresse

Sono in continuo aumento i ricoveri nei reparti ordinari in Italia: la media nazionale delle occupazioni dei posti letto è al 17 per cento. Lo rilevano i dati di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali aggiornati al 29 dicembre. Il paese è quindi sopra la soglia critica per i reparti ordinari, fissata al 15 per cento. Resta invece al 13 per cento l'occupazione nelle terapie intensive italiane, anch’essa al di sopra del limite massimo del 10 per cento. 

Tre assassini di Khashoggi vivrebbero in case di lusso

(AP Photo/Hasan Jamali, File)

Almeno tre assassini del giornalista saudita Khamal Khashoggi, condannati in Arabia Saudita per l’omicidio commesso nel consolato di Istanbul, vivrebbero e lavorerebbero «in una residenza a sette stelle» in un complesso gestito dal governo a Riyad. Lo ha riferito una fonte legata a esponenti di alto rango dell'intelligence saudita, secondo quanto riferito in esclusiva dal Guardian.

Gli assassini non si troverebbero quindi in carcere, ma in ville ed edifici dell'agenzia di sicurezza dello stato, dove i familiari fanno loro visita frequentemente e dove hanno a disposizione palestre e uffici. Tutti sono stati condannati davanti a un tribunale saudita, in un processo considerato da molti una farsa, e alcuni hanno ricevuto condanne a morte poi commutate in ergastolo.

Secondo la fonte, nelle residenze di lusso vivrebbero Salah al-Tubaigy, lo scienziato forense accusato di aver smembrato il corpo del giornalista, Mustafa al-Madani, la controfigura inviata per inscenare l'uscita di Khashoggi dal consolato, e Mansour Abahussein, accusato di essere a capo dell'operazione.

L’Austria prolunga il lockdown dei non vaccinati

(AP Photo/Lisa Leutner)

L'Austria prolunga almeno fino al 10 gennaio il lockdown per le persone non vaccinate contro il Covid-19. I bambini fino all'età di 12 anni sono esentati dal regolamento. Il 3 gennaio 2022 scadranno inoltre certificati emessi sulla base di vaccini monodose, quindi secondo la regola “2G” – vaccinati o guariti – saranno necessarie le vaccinazioni di richiamo. Il prossimo incontro del comitato principale è previsto per il 10 gennaio 2022.

L’ex presidente afgano sulla sua fuga da Kabul

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L'ex presidente afghano Ashraf Ghani ha raccontato in un’intervista alla Bbc di «non avere avuto altra scelta che lasciare Kabul», mentre i talebani si avvicinavano alla capitale afgana lo scorso agosto. Ghani ha negato che fosse in discussione un accordo per una presa pacifica del potere, e anche di essere fuggito con milioni in denaro rubato.

Secondo il suo racconto, il 15 agosto – giorno della presa di Kabul da parte dei talebani – un consigliere gli diede soltanto pochi minuti di tempo per decidere se lasciare la capitale afghana o restare. «La mattina di quel giorno – ha detto – non avevo la minima idea che nel pomeriggio sarei partito».

La versione dell’ex presidente contrasta però con quella di altre fonti. Tra queste, quella dell'ex presidente Hamid Karzai, che ha detto ad Associated Press che la partenza di Ghani avrebbe fatto naufragare l'opportunità per i negoziatori del governo, tra cui lui stesso e Abdullah Abdullah, di raggiungere un'intesa dell'ultimo minuto con i talebani, che si erano impegnati a restare fuori dalla capitale.

Nell'intervista, Ghani ha detto di essere fuggito «per evitare la distruzione di Kabul», sostenendo che due fazioni talebane rivali stessero attaccando la città e fossero pronte a dare battaglia per prenderne il controllo.

Gimbe: con la corsa ai tamponi si rischia la paralisi

(AP Photo/Thanassis Stavrakis)

Nella settimana dal 22 al 28 dicembre sono stati registrati 320.269 nuovi casi di coronavirus, l’80,7 per cento in più rispetto ai dati della settimana precedente, quando erano stati 177.257. È quanto rileva il monitoraggio della fondazione Gimbe, che registra anche un aumento dei decessi – 1.024 contro i 882 della settimana precedente – e dei ricoveri in terapia intensiva (1.145 contro 1.012). 

I ricoverati con sintomi passano da 8.381 a 10.089, e le persone in isolamento domiciliare da 374.751 a 587.622 (+56,8 per cento su base settimanale). I dati rilevano un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le regioni – a eccezione della provincia autonoma di Bolzano –, dal 9,6 per cento del Friuli-Venezia Giulia al 257,6 per cento dell’Umbria.

«Da due mesi e mezzo – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi». La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è passata infatti da 27.199 del 22 dicembre a 45.753 il 28 dicembre, e il rapporto tra positivi e persone testate ha raggiunto il 37,8 per cento. Il dato indica che, in assenza del calo dei tamponi, nei giorni festivi il numero dei nuovi casi sarebbe ancora maggiore.

(AP Photo/Thibault Camus)

Nelle ultime due settimane il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 della settimana 8-14 dicembre a 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre (con un aumento del 38 per cento). C’è stato un incremento sia dei tamponi rapidi che di quelli molecolari. Secondo la fondazione, però, «l’aumentata attività di testing è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi e dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari». 

«Questi dati – commenta Cartabellotta – dimostrano una notevole crescita della circolazione virale, sia per la progressiva espansione della variante omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane».

Allo stesso tempo si registra però anche una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi. Questo, secondo Gimbe, consegue a vari fattori: l’identificazione di un maggior numero di casi, l’aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, l’aumento del numero delle persone guarite e un numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia.

«In questa fase della pandemia – prosegue Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali, spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami». 

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

«La corsa ai tamponi senza regole – spiega – presenta diversi “effetti collaterali”. Anzitutto sovraccarica il sistema, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio. In secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50 per cento di falsi negativi». 

« Ancora – conclude – l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost. E infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi».

L’Ue è pronta a nuove sanzioni in Myanmar

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

«Lo spaventoso atto di violenza perpetrato dal regime militare nello Stato di Kayah il 24 dicembre, uccidendo e bruciando più di 35 persone, tra cui donne e bambini, nonché operatori umanitari, sottolinea l'urgente necessità che i responsabili rendano conto». È quanto scrive l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Josep Borrell, dopo i recenti attacchi contro i civili avvenuti nelle scorse settimane in molte parti del Myanmar.

«Prendere di mira civili e attori umanitari – continua – è inaccettabile, e costituisce una palese violazione dei diritti umani e del diritto internazionale, compreso il diritto umanitario. Devono essere garantiti un accesso umanitario completo, sicuro e senza ostacoli a tutte le persone bisognose e la piena protezione, incolumità e sicurezza del personale umanitario e medico».

Per questo, conclude Borrell, «è necessaria una maggiore azione preventiva internazionale, compreso un embargo sulle armi. L'Ue è inoltre pronta a imporre ulteriori sanzioni contro il regime militare». L’Unione europea ha già imposto sanzioni mirate all’esercito della Birmania e ai suoi leader, a partire dal primo febbraio scorso, quando la giunta militare ha operato un colpo di stato nel paese.

Due arresti per caporalato a Firenze

Avrebbero imposto ai loro cinque operai, quattro dei quali assunti con contratti part time e uno invece “in nero”, turni di lavoro di dodici ore al giorno, sei giorni su sette, pagandoli la metà di quanto avrebbero dovuto in base ai turni effettivamente svolti. Per questo due imprenditori cinesi, titolari di una ditta di pelletteria, sono stati arrestati con l'accusa di caporalato dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Firenze, in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere disposta dal gip.

Gli operai, spiegano i carabinieri, non erano stati sottoposti ad alcuna visita medica prima dell'assunzione, non avevano ricevuto formazione e non indossavano i dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge. Uno di loro, inoltre, dormiva nell'azienda. Gli accertamenti, eseguiti anche con appostamenti e videoriprese, sono scattati a seguito di un'ispezione effettuata nell'aprile del 2021.

Via libera dell’Aifa alla pillola di Merck

Merck & Co. Merck & Co.

L’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato due antivirali – molnupiravir e remdesivir – per il trattamento di pazienti non ospedalizzati per Covid-19 con malattia lieve-moderata di recente insorgenza, e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo della malattia grave.

Il molnupiravir, la pillola della Merck, è un antivirale orale il cui utilizzo è indicato entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi (e per cinque giorni a partire da allora). La pillola sarà distribuita da parte della struttura commissariale alle regioni dal 4 gennaio, e per la sua prescrizione è previsto l’utilizzo di un registro di monitoraggio che sarà presto accessibile online sul sito dell’Agenzia.

Sulla quarantena le regioni sono soddisfatte

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«Esprimo soddisfazione perché il governo nel decreto varato ieri sera ha recepito una parte sostanziale delle nostre proposte» – è il commento di Massimiliano Fedriga, presidente della conferenza delle regioni e presidente della regione Friuli-Venezia Giulia.

«Ridefinire i criteri per isolamento e quarantena e rimodulare le attività di contact tracing. Questi gli assi lungo i quali abbiamo voluto fare proposte al governo», ha ribadito.

Le regioni avevano infatti chiesto di rivedere le regole della quarantena per le persone con terza dose che abbiano avuto contatti a rischio, per le quali, «se asintomatiche, si prevede un regime di auto-sorveglianza e l’abolizione della quarantena», ha spiegato Fedriga.

«Occorre considerare lo scenario attuale – ha concluso – con l’elevata circolazione del virus e cluster non più distinti tra loro, che impongono di prendere decisioni necessarie per non bloccare il paese».

Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha riconosciuto al governo di aver approvato «un po’ delle istanze» delle regioni, e parlando della situazione del suo territorio ha aggiunto: «Entro il 10 gennaio arriviamo a una incidenza negli ospedali del 30 per cento, il che ci porta verso la zona arancione». Al momento, ha spiegato, «l'incidenza dei malati di Covid in terapia intensiva è del 18 per cento in terapia intensiva, e del 19 per cento in area medica».

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