la fine del mondo come lo conosciamo

I limiti della nostra mente ci fanno sottovalutare l’apocalisse climatica

Illustrazione Pixabay
Illustrazione Pixabay
  • Sono anni che attivisti, psicologi, sociologi, scrittori e filosofi analizzano i “punti ciechi” della psicologia umana, gli stessi che non ci permettono di agire velocemente e con fermezza di fronte alla più grande minaccia che l’umanità abbia mai affrontato: la crisi climatica.
  • Il cambiamento climatico è un “oggetto” troppo grosso per essere compreso, manca di tutte quelle qualità che l’evoluzione ci ha insegnato a vedere in un lampo, quelle qualità che ha sedimentato nel nostro istinto animale e ci ha permesso di sopravvivere come specie.
  • Non è solo questione di tare cognitive, o di mancanza di pensiero logico. È che tutto ciò che vediamo viene filtrato dalle nostre identità culturali e politiche, dai nostri sistemi di credenze.

Per continuare a leggere questo articolo