- Sono anni che attivisti, psicologi, sociologi, scrittori e filosofi analizzano i “punti ciechi” della psicologia umana, gli stessi che non ci permettono di agire velocemente e con fermezza di fronte alla più grande minaccia che l’umanità abbia mai affrontato: la crisi climatica.
- Il cambiamento climatico è un “oggetto” troppo grosso per essere compreso, manca di tutte quelle qualità che l’evoluzione ci ha insegnato a vedere in un lampo, quelle qualità che ha sedimentato nel nostro istinto animale e ci ha permesso di sopravvivere come specie.
- Non è solo questione di tare cognitive, o di mancanza di pensiero logico. È che tutto ciò che vediamo viene filtrato dalle nostre identità culturali e politiche, dai nostri sistemi di credenze.
I limiti della nostra mente ci fanno sottovalutare l’apocalisse climatica
02 novembre 2021 • 12:00