La direttiva Bolkestein

Dai balneari alle montagne e le acque minerali: la lobby dei concessionari

Piccola vittoria per il partito della concorrenza: dopo la proroga delle concessioni per le spiagge al 2033 decisa dal governo Conte, ieri è passato l’ordine del giorno del radicale Magi per impegnare l’esecutivo Draghi al rispetto della normativa europea che impone le gare

  • L’impossibilità di adeguare i canoni è un danno non trascurabile: in media è poco più di un euro a stagione, ciò che versa allo Stato lo stabilimento balneare per occupare lo spazio del vostro ombrellone.
  • Non va meglio per altre concessioni come le acque minerali dove le grandi marche di bibite per ogni litro pagano circa un centesimo. La sabbia e la ghiaia poi, in alcune regioni possono essere gratis.
  • La spiaggia per l’erario è solo sabbia, e vale poco più di 100 milioni di euro l’anno. A trasformarla in oro ci pensano le imprese balneari.

Un piccolo passo europeista che marca la differenza con i governi precedenti. L’ultimo capitolo dell’infinita querelle delle concessioni balneari prova a rimettere in gioco la direttiva europea, la famosa Bolkestein che insegue lo Stato italiano da più di dieci anni, chiedendo di rispettare la concorrenza. Vuol dire mettere a gara con bandi pubblici quegli affidamenti che invece vengono rinnovati automaticamente da chi li ha già. L’occasione è stata la legge europea 2019, votata ieri dalla Ca

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