La Germania è leader in Europa per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti. Ma il successo di questa industria è anche accompagnato da una crescente fame di materiali destinati alla spazzatura. E prodotti apparentemente naturali come l’acqua minerale stanno giocando un ruolo sempre più importante nel fornirli. A Erftstadt, vicino a Colonia, Michael Schneider attraversa un’enorme sala composta da macchine alte dieci metri e da un rumore costante. «Siamo in uno dei più grandi impianti di smistamento della Germania», dice l’uomo dalla corporatura robusta che indossa un gilet giallo. La capacità arriva a 120mila tonnellate e qui si può smistare quasi tutto. «Materie prime, alluminio, vari tipi di plastica come Pet, Pe, Pp, Hdpe, ma anche fogli, bottiglie di shampoo...». Una volta che tutto il materiale viene smistato, le macchine sono in grado di trasformarlo nuovamente in materie prime. «Queste saranno poi fornite alle industrie manifatturiere, che ne ricaveranno nuove materie plastiche». Michael Schneider lavora per Remondis, la più grande azienda di riciclaggio in Europa. Il fatto che il suo datore di lavoro sia una società in crescita è segno di come in Europa si ricicli sempre di più. Di conseguenza, il continente sembra essere sempre più sostenibile.

«In Germania, da gennaio 2022, la percentuale di riciclo è salita al 63 per cento, prima era al 53 per cento». Quanto più intelligenti sono la struttura e la composizione dei materiali e degli imballaggi, tanto più facilmente potranno essere separati e quindi riciclati, spiega Schneider.

Il suo sogno è quello di un circolo di riciclaggio completo, che non escluda nulla e in cui ogni materiale venga recuperato e riutilizzato. «Con una tonnellata di materiale riciclato», dice, «risparmiamo già oggi 1,2 tonnellate di emissioni di CO2». Ma sarebbe possibile fare di più, sostiene Schneider.

La Germania è uno dei paesi leader in Europa per quanto riguarda il riciclaggio. Mentre l’intera Unione europea già da qualche anno si sta impegnando a implementarlo, la quota di riciclaggio della Germania, che sfiora il 40 per cento di tutti i rifiuti in plastica, è tra le più alte. Essendo la più grande economia dell’Ue, la Germania è anche il più grande mercato dei rifiuti in termini assoluti. Per aziende come Remondis, questo significa molti affari e buone prospettive di crescita. 

L’altra faccia della medaglia

22 June 2022, Saxony, Lichtenau: Bottle of "medium" mineral water runs through filling line at Lichtenauer Mineralquellen GmbH. The company in the Ore Mountains with a good 225 employees fills an average of 700,000 bottles of mineral water and soft drinks. In recent weeks, however, the "sound barrier" of one million liters of beverages has been exceeded several times. A lack of empties causes problems for the producers in the summer. Photo by: Jan Woitas/picture-alliance/dpa/AP Images

Tuttavia, la leadership tedesca nel riciclo ha un rovescio della medaglia: il primato nella produzione di rifiuti. Secondo Plastics Europe, un’organizzazione europea che riunisce produttori di plastica, circa un quarto di tutta la plastica prodotta nel continente viene utilizzata in Germania.

Nessun altro paese in Europa genera così tanti rifiuti. E a contribuire a questa produzione ci sono alcune delle industrie apparentemente più naturali e sostenibili. Un esempio lampante è il business dell’acqua da bere in bottiglia, di per sé un’industria in crescita. 

Di tutti i rifiuti in plastica in Europa, il 7,9 per cento è attualmente costituito da bottiglie in Pet, che a loro volta sono state riempite per lo più con acqua, la bevanda analcolica più consumata. La tendenza è in aumento. Negli ultimi anni, non solo l’acqua ha acquisito popolarità sulle bevande analcoliche, ma, sul fronte degli imballaggi, le bottiglie in Pet hanno battuto il vetro o i meno comuni contenitori in metallo. 

Il Pet, acronimo di polietilene tereftalato, è apprezzato per le sue qualità di leggerezza e stabilità. Tuttavia, la sua produzione è dannosa per l’ambiente. Una bottiglia in Pet è in genere composta solo da circa il 26 per cento di materiale riciclato. Del materiale rimanente, la maggior parte è costituita da petrolio grezzo, che provoca elevate emissioni di CO2. L’impronta di carbonio di prodotti naturali come l’acqua minerale sta quindi causando un crescente impatto negativo sull'ambiente.

L’organizzazione non governativa Deutsche Umwelthilfe (assistenza ambientale tedesca) ha calcolato che il consumo energetico di tutte le bottiglie monouso in Pet nella sola Germania equivale all’incirca al consumo annuo di energia elettrica di 2,4 milioni di famiglie.

Se si dovessero spargere a terra tutte le bottiglie buttate via in un anno, si coprirebbe metà della superficie della città di Berlino. Uno dei motivi per cui il consumo di CO2 delle bottiglie (d’acqua) è così elevato è che molte bottiglie sono cosiddette “monouso”, quindi utilizzate una sola volta prima di essere triturate e riciclate. Secondo la Deutsche Umwelthilfe, l’impronta di CO2 potrebbe essere dimezzata se circolassero solo bottiglie multiuso. 

Soluzioni che non bastano

22 June 2022, Saxony, Lichtenau: Food technician Madlen Kruske monitors the mineral water filling line at Lichtenauer Mineralquellen GmbH. The company in the Ore Mountains with a good 225 employees fills an average of 700,000 bottles of mineral water and soft drinks. In recent weeks, however, the "sound barrier" of one million liters of beverages has been exceeded several times. A lack of empties causes problems for the producers in the summer. Photo by: Jan Woitas/picture-alliance/dpa/AP Images

Ma anche in Germania, dove i politici sono orgogliosi di essere stati pionieri in Europa nell’istituire un sistema di rimborso e riutilizzo dei contenitori per bevande, la tendenza è inversa. Da anni, le bottiglie monouso stanno diventando sempre più popolari, mentre il contrario sta accadendo con le bottiglie multiuso.

Nei dodici anni dal 2007 al 2018, la quota di bottiglie a uso multiplo o altre bottiglie ecologiche è scesa dal 53,6 per cento al 42,8 per cento. Nel frattempo, le bottiglie monouso sono aumentate dal 45,4 al 57,2 per cento.

Non è solo il settore del riciclaggio, in cui lavora Michael Schneider, a trarre vantaggio economico dall'aumento delle bottiglie monouso. I contenitori da buttare sono spesso più vantaggiosi per le aziende che imbottigliano e vendono bibite.

L’acqua minerale, ad esempio, viene riempita alla fonte, ma oggi viene spesso venduta in tutto il paese o addirittura in Europa. Le aziende francesi di imbottigliamento dell’acqua hanno particolare successo nell’esportazione delle loro bevande in altri paesi. Anche le aziende di imbottigliamento dell’acqua tedesche fanno affari a livello internazionale.

Ma per riempire una bottiglia usata in precedenza, questa deve essere trasportata alla fonte naturale, da cui l’azienda imbottigliatrice estrae la sua acqua unica. «Spesso questo è troppo costoso per le aziende», afferma Gerhard Kotschik, un uomo con la barba lunga e i jeans che lavora presso l’Umweltbundesamt (autorità federale per l’ambiente) nella città di Dessau, nella Germania orientale. L’istituto di Kotschik fa parte del ministero federale dell’Ambiente tedesco ed è specializzato in sostenibilità e beni di consumo. 

Stando così le cose, secondo Kotschik, anche dal punto di vista ambientale è opportuno evitare le bottiglie a uso multiplo. «Dato che per molti brand il consumo di bottiglie è diffuso in tutto un paese o addirittura in un continente, ci vorrebbe molta benzina per trasportare queste bottiglie fino alla fonte originaria, dove potrebbero essere riempite. Ciò comporterebbe l’emissione di molta CO2». Ma la soluzione ottimale, dice Kotschik, non sarebbe quella di passare alle bottiglie monouso. 

Possibili soluzioni?

22 June 2022, Saxony, Lichtenau: Bottles of "medium" mineral water pass through the filling line of Lichtenauer Mineralquellen GmbH. The company in the Ore Mountains with a good 225 employees fills an average of 700,000 bottles of mineral water and soft drinks. In recent weeks, however, the "sound barrier" of one million liters of beverages has been exceeded several times. A lack of empties causes problems for the producers in the summer. Photo by: Jan Woitas/picture-alliance/dpa/AP Images

Una soluzione teorica, dice il funzionario sarebbe che ogni marchio di acqua minerale venda solo nella sua regione di origine. «Ma questo è difficile da realizzare nell’ambito delle regole del mercato unico dell’Ue», afferma Kotschik. Secondo gli esiti di varie battaglie legali degli ultimi decenni, qualsiasi azienda dell’Ue non deve essere discriminata in nessuna parte del territorio comunitario. Pertanto, sarebbe contrario ai principi dell’Ue limitare il raggio d'azione di un'azienda a una determinata regione.

A Berlino, diverse startup stanno cercando di affrontare il crescente problema dei rifiuti con l'innovazione. Una di queste è Share, un’azienda che produce bottiglie riciclabili al cento per cento. «È necessario avere chiari alcuni passaggi tecnologici. Bisogna garantire la stabilità e la densità della bottiglia. E quando si utilizzano i rifiuti di plastica, bisogna assicurarsi di ottenere un colore trasparente per il nuovo prodotto», afferma l’imprenditore Sebastian Stricker nell’ufficio di Share, situato in un ex magazzino di Kreuzberg, un quartiere alla moda di Berlino. «Ma non si tratta di scienza quantistica». In altre parole, probabilmente altre aziende avrebbero potuto fare lo stesso se avessero voluto.

In pochi anni, l’approccio sostenibile di Share ha fatto guadagnare a Stricker diversi partner commerciali. Le bottiglie Share possono essere acquistate in numerosi negozi in tutta la Germania e in Austria, suo paese di nascita.«Sono già alcuni milioni le bottiglie che abbiamo prodotto finora. E solo l’anno scorso abbiamo risparmiato 200 tonnellate di plastica».

Un altro modo in cui l’impatto di Share può essere misurato: Nestlé, uno dei principali attori del mercato delle bevande in bottiglia, ha annunciato nel marzo 2021 la sua intenzione di utilizzare solo bottiglie riciclate al cento per cento entro la fine di quest’anno. 

Il problema del greenwashing

Un’altra startup è Wayks, produttrice di zaini composti per quasi il cento per cento da rifiuti di bottiglie in Pet. «Il nostro modello Wayks One è uno zaino modulare, che può essere trasformato da uno zaino da viaggio da 45 litri in uno zaino da giorno più piccolo, o in una borsa separata per macchine fotografiche o cosmetici», spiega la cofondatrice Leonie Stein mentre mostra il prodotto nel suo negozio di Mitte, una delle zone più eleganti e centrali di Berlino.

«Per realizzare lo zaino, le bottiglie vengono raccolte, sminuzzate, rese molto piccole e poi fuse. Dopo altri passaggi, la massa rimanente viene pressata in ugelli e trasformata in lunghe e sottili corde di poliestere». Questa è la materia prima degli zaini sostenibili di Wayk.

Come Share nel mercato delle borracce, Wayk è più sostenibile della maggior parte dei suoi concorrenti. «Quello che trovo spiacevole», dice Stein, «è che alcune aziende utilizzino solo una quota minore di materiale riciclato, alcune non raggiungono nemmeno il 50 per cento, ma poi enfatizzano le loro attività di riciclaggio in grandi campagne».

Questo tipo di greenwashing è onnipresente nell’economia di oggi. Ma la vera sostenibilità, sostiene Stein, ha il suo prezzo. «Il nostro prodotto si colloca piuttosto nel segmento premium. Il nostro zaino viene venduto a 289 euro». Spendendoli, spera la produttrice di zaini, si avrà la bella sensazione di sostenere l’ambiente.

Ma fino a che punto queste idee commerciali, che certamente migliorano le cose, sono davvero sostenibili? Rimane una contraddizione fondamentale: un’attività che utilizza solo materiali riciclabili non potrebbe esistere senza una grande quantità di rifiuti disponibili per la sua produzione. Gerhard Kotschik dell’Umweltbundesamt ha una posizione chiara quando si tratta di startup orientate alla sostenibilità e di imbottigliatori d'acqua tradizionali: «Sarebbe molto meglio evitare di produrre questi rifiuti». 

L’associazione tedesca degli imbottigliatori di acqua minerale sostiene di essere già in grado di farlo. «Abbiamo un’economia circolare pienamente consolidata», afferma Karl Tack, responsabile del Verband Deutscher Mineralbrunnen (associazione delle fonti minerali tedesche). «Nessun contenitore, sia esso multiuso, monouso o doppio uso, finisce in discarica».

In effetti, le discariche sono state messe al bando in Germania. Ma Tack, un uomo con i capelli grigi dall’aria distinta, non menziona che l’industria che rappresenta sta comunque diventando un peso crescente per l’ambiente. Anche se tutte le bottiglie fossero riciclabili al cento per cento, la sua industria in crescita avrebbe bisogno di estrarre più petrolio grezzo per produrre più bottiglie.

Tack non dice nemmeno che una parte della soluzione al crescente problema dei rifiuti sarebbe facilmente realizzabile, se solo si volesse farlo. A Bruxelles, l’ong Ecos sta cercando da anni di ridurre il numero di modelli di bottiglie diversi. «Se in tutta l’Ue ci fossero solo cinque o dieci tipi di design diversi, sarebbe molto più facile trasportare le bottiglie consumate alla fonte a costi ragionevoli», afferma Iona Popescu di Ecos. In questo caso, non ci sarebbe un solo luogo in cui trasportare un determinato tipo di bottiglia, ma molti. «Così potremmo salvare il sistema di riutilizzo delle bottiglie».

La veste grafica

Le aziende di imbottigliamento sono poco interessate a questa soluzione. «Difficile da realizzare», commenta l’organizzazione di settore con sede a Bruxelles Natural Mineral Waters Europe. Iona Popescu offre la seguente spiegazione per questa esitazione: «L’industria usa il packaging come marchio. Ogni azienda vuole avere una bottiglia unica e riconoscibile». Per l’acqua minerale, un prodotto le cui differenze sono difficilmente distinguibili per la maggior parte dei consumatori, la confezione può addirittura essere l’elemento più importante per stimolare le vendite.

Un concorrente ovvio e particolarmente temuto dalle aziende di imbottigliamento di acqua minerale è l’acqua del rubinetto. È altrettanto sana, molto più economica e ha il miglior bilancio ecologico di tutte le bevande.

Il consumo di acqua del rubinetto dovrebbe essere sostenuto pubblicamente, sostengono non solo Gerhard Kotschik dell’Umweltbundesamt e Iona Popescu di Ecos. Negli ultimi due anni, un’iniziativa popolare europea ha raccolto due milioni di firme per promuovere l’acqua gratuita per tutti. Grazie al sostegno dell’opinione pubblica, l’iniziativa è riuscita almeno a costringere le istituzioni europee a impegnarsi in questa direzione.

L’anno scorso l’Ue ha aggiornato la direttiva sull’acqua potabile, che i paesi membri devono ora recepire nel diritto nazionale entro due anni. «Si tratta di un grande progresso», ha commentato Sven Giegold, parlamentare tedesco del partito dei Verdi.

«Tutti gli stati membri saranno obbligati a fornire distributori di acqua pubblica». Giegold si aspetta un cambiamento di mentalità: «La gente comincerà a chiedersi: Non è più intelligente portare con sé la propria bottiglia e riempirla gratuitamente invece di acquistare una bottiglia di plastica a un prezzo elevato, che alla fine produrrebbe solo più rifiuti?».

I leader dell’iniziativa popolare non sono più così euforici. La direttiva non contiene alcuna dichiarazione relativa al numero di fonti che devono essere installate. Pertanto, il successo della direttiva Ue sull’acqua potabile e il suo impatto sull’ambiente dipenderanno maggiormente dalle scelte dell’industria e dei consumatori.

Ma la tendenza, anche se si ricicla sempre di più, non punta a un consumo più sostenibile di prodotti come l’acqua, che in teoria sarebbe la bevanda più naturale del pianeta. Al contrario, il business del riciclaggio è destinato a crescere ulteriormente, grazie alla crescente offerta di rifiuti.


Questo articolo è parte di un progetto di inchiesta europea per esplorare l’impatto del boom del consumo di acqua imbottigliata, reso possibile grazie al sostegno del programma European Cross-border Grants di Journalismfund.eu (www.journalismfund.eu).

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