il caso del dakota access pipeline

La condanna che rischia di far scomparire Greenpeace negli Stati Uniti: 667 milioni di risarcimento a Energy Transfer

La somma è 15 volte superiore al budget annuale della ong. Al centro del caso il Dakota Access Pipeline, un oleodotto sotterraneo che, tra il 2016 e il 2017, ha scatenato le proteste di ambientalisti e nativi della riserva Sioux di Standing Rock, che hanno ottenuto la deviazione del percorso. L’azienda costruttrice ha chiesto (e adesso ha ottenuto) un maxi-risarcimento, accusando Greenpeace di aver guidato la rivolta e diffuso disinformazione. I legami del CEO con l’amministrazione Trump

Il Dakota Access Pipeline è un oleodotto sotterraneo di quasi 2.000 chilometri che, fra il 2016 e il 2017, ha fatto convergere in North Dakota attivisti ambientali e nativi da tutti gli Stati Uniti in una protesta che oggi rischia di costare la vita a Greenpeace. Il Dakota Access Pipeline parte dalla Bakken Formation, uno dei più grandi bacini petroliferi al mondo, fra il Montana e il North Dakota, al confine con il Canada: da lì, passando sotto il letto del fiume Missouri e attraversando il Sou

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