Dopo l’incontro ad agosto con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, adesso tocca al presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte. Greta Thunberg e altre quattro attiviste di Fridays for future nel pomeriggio del 19 ottobre incontreranno il premier Conte per chiedergli di agire contro l’emergenza climatica.

Da parte italiana nella delegazione ci saranno Laura Vallaro e Martina Comparelli, che anticipa: «Ci sarà un focus sul gas naturale».

Secondo le attiviste questo infatti è il punto più importante da affrontare: «In Italia è oggetto di un greenwashing (ovvero vestire di “verde” azioni che non lo sono, ndr) particolarmente intenso. Eni e Snam lo presentano come il combustibile del futuro, sostenibile, ma è sempre un combustibile fossile, che anzi inquina potenzialmente di più», dice Comparelli.

Le emissioni di metano nei primi vent’anni di permanenza in atmosfera hanno un impatto sul clima più potente dell’anidride carbonica (CO2). La strategia di Fridays for future non sarà puntare il dito sulle società che lavorano nel settore «ma chiedere a Conte perché vengono appoggiati questi progetti».

Il loro pensiero, contenuto nel testo pubblicato in questa pagina, esprime la volontà di arrivare ad azioni concrete: dal disinvestimento dalle fonti fossili al taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, uno dei capitoli più spinosi per il governo perché insieme alle compagnie petrolifere andrebbe a toccare più settori economici, da quello dei trasporti a quello agricolo: «Io e Laura chiederemo come mai quei miliardi ai combustibili fossili non vengono spostati e investiti nella transizione a beneficio di tutti».

Le proposte di Conte per la transizione energetica secondo le attiviste sembrano ambiziose, così come il Piano nazionale integrato energia e clima varato lo scorso gennaio: «In realtà non è così, è meno ambizioso del Green deal europeo, che non è abbastanza». Bisogna fissare obiettivi più sfidanti e investire di più. Altro argomento principale sarà come l’Italia vorrà muoversi al livello europeo e il ruolo di Conte nel Consiglio.

La lettera aperta

A luglio Fridays for future ha lanciato a livello internazionale la lettera aperta Face the Climate Emergency, indirizzata a tutti i leader mondiali e inviata a quelli europei. Tra i primi firmatari spiccano la premio Nobel Malala Yousafzai, la cantante Billie Eilish e l’attore statunitense Leonardo DiCaprio. Per l’Italia unico nome noto, senza considerare gli scienziati, è quello del pianista e compositore Ludovico Einaudi. «In Italia il tema è poco sentito per questo la comunicazione dovrebbe fare di più», dice Comparelli.

Nell’incontro di oggi le attiviste parleranno in maniera diretta. «Siamo consapevoli che tagliando su alcuni settori ci potrebbero essere dei problemi sociali, per questo chiediamo che venga messa in primo piano la salute e la sicurezza dei lavoratori», per raggiungere la “giustizia climatica”, un impegno che travalica gli obiettivi di contenimento del surriscaldamento globale e investe la giustizia sociale.

Il premier, dice Comparelli, deve agire: «Con la scienza non si fanno accordi. Vediamo i sintomi del cambiamento climatico, lo chiamiamo mal tempo ma non è solo questo. Se devi scegliere tra i gasdotti e la salute dei tuoi cittadini è un aut aut che neanche dovremmo considerare: la politica deve mettere per primi i cittadini».

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