La consulente dell’Onu è uno dei volti dell’incontro di preparazione al Cop26 che raccoglie le idee delle giovani generazioni, le più colpite dalla crisi climatica e le più escluse dalle istituzioni. «Chiediamo ascolto e fiducia»
- Salina Abraham sta guidando, insieme ad Ahmed Badr, il percorso verso Youth4Climate di Milano, i negoziati del clima di preparazione alla Cop di Glasgow.
- Abraham è figlia di rifugiati eritrei, è nata in Olanda, è cresciuta negli Stati Uniti, il cambiamento climatico è innanzitutto nella storia della sua famiglia. «Sono diventata attivista per poter portare un giorno i miei figli a visitare il luogo delle origini e avere ancora qualcosa da mostrare»
- «Siamo qualificati per maneggiare il potere. Le nostre prospettive vanno incluse nelle decisioni, servono canali politici di ascolto, oggi c'è una marea di barriere contro una partecipazione reale, l'evento di Milano è un buon inizio per abbatterle».
Non esiste conversazione sul clima che abbia senso politico senza includere gli adolescenti e i ventenni, quelli che erediteranno le colpe, i risultati e le azioni di oggi. Il dibattito globale sull'ambiente, da Rio 1992 in poi, non era strutturato per coinvolgerli, i giovani lo spazio politico se lo sono preso con le piazze, le manifestazioni, gli scioperi, i Fridays for Future, che hanno imposto idee, prospettive, paura e anche volti nuovi, cresciuti al traino di Greta Thunberg. Il 28 settembr



