Dall’Italia alla Catalogna aziende controllate dai colossi del petrolio avviano progetti green, senza consultazioni pubbliche e attraverso società con capitale minimo, spesso create ad hoc. Tutto all’oscuro dei residenti. «Queste operazioni, formalmente legali, possono generare un monopolio di fatto e oscurare le responsabilità», spiega l’avvocato Rimera. La resistenza dei comitati cittadini e i rischi di una transizione «centralizzata, opaca, imposta dall’alto»: «Come avvoltoi puntano le aree dove l’agricoltura è già in crisi e strappano la terra a chi se ne prende cura»
A Ca’ Solaro, piccolo borgo vicino Favaro Veneto, la notizia è arrivata in silenzio. Nessun incontro pubblico, nessun volantino, nessuna conferenza stampa. Solo un cartello che recitava: “Fondi europei”. Dietro quella scritta, la società Lightsource Renewable Energy Italy Development Srl - controllata da BP attraverso la sua divisione rinnovabili - aveva già avviato l’iter per un grande impianto fotovoltaico su campi destinati all’agricoltura. A Rovigo, la scena si è ripetuta. Marco Polo Solar 2



