Ambiente

La sfida tra Stati Uniti e Cina nella corsa all’oro del futuro

Photo by: Caroline Seidel/picture-alliance/dpa/AP Images
Photo by: Caroline Seidel/picture-alliance/dpa/AP Images

La nuova frontiera tecnologica richiede l’utilizzo delle cosiddette terre rare. L’America è tra i principali importatori, ma il mercato è monopolizzato da Pechino. Un giacimento giapponese potrebbe cambiare le cose

  • La guerra mondiale delle terre rare è già in corso: l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha cercato prima di comprare un pezzo di Groenlandia e poi di negoziare accordi commerciali per garantirsi l’approvvigionamento di questi minerali e ossidi “rari”.
  • Non c’è quasi niente di ciò che utilizziamo quotidianamente che non faccia perno sulle terre rare.
  • Ma è soprattutto per la prossima rivoluzione, quella che sarà portata dalle telecomunicazioni con reti 5G – che farà da impalcatura all’utilizzo dell’intelligenza artificiale su vasta scala – che le terre rare sono assolutamente fondamentali.

Sappiamo molto della fame di nichel, silicio e cobalto e dei problemi sociali e ambientali connessi alla loro estrazione che attirano l’attenzione dei media e degli scienziati che studiano alternative al loro sfruttamento. Ma la nuova frontiera tecnologica richiede anche le cosiddette terre rare, trovate in straordinaria concentrazione nei fanghi oceanici proprio attorno all’isoletta giapponese di Minami Torishima ed essenziali per turbine eoliche e batterie. Tanto rare in realtà non sarebber

Per continuare a leggere questo articolo