Le mappe del rischio climatico in Italia mostrano come larga parte delle aree con maggiore presenza di attività produttive e abitazioni siano a rilevante rischio, ma non esiste un programma per la messa in sicurezza
La scelta di arrivare a una spesa pari al 5% del PIL in armamenti è stata presa in Italia senza alcuna analisi dei fabbisogni e delle priorità. Ma la stessa situazione accade per gli impatti dei cambiamenti climatici.
Le mappe del rischio climatico in Italia mostrano come larga parte delle aree con maggiore presenza di attività produttive e abitazioni siano a rilevante rischio, ma non esiste un programma per la messa in sicurezza.
Le sempre più intense e frequenti ondate di calore rendono molti quartieri invivibili, mettono a rischio la vita delle persone e le attività per i black-out e la siccità. Sono queste le priorità della sicurezza in Italia, ma per il Governo Meloni non bisogna parlarne.
Nel 1908, subito dopo il terribile terremoto di Messina, il comandante in capo dell’esercito austriaco chiese all’imperatore Francesco Giuseppe di dichiarare guerra all’Italia. Come racconta Alessandro Barbero, l’occasione era irripetibile: il sisma e lo tsunami avevano raso al suolo gli edifici e provocato migliaia di morti, per cui le navi della Marina e l’esercito furono inviati per aiutare un territorio in ginocchio. L’imperatore, per fortuna, rifiutò la proposta. Ma oggi, cosa potrebbe caus



