Ambiente

Il termovalorizzatore è inevitabile, a Roma è un male necessario

  • Il comune di Roma prosegue lungo la strada del nuovo termovalorizzatore. Sarebbe una sconfitta ecologica forse inevitabile, un modo per risolvere tra qualche anno i problemi del presente sulla raccolta differenziata e la frazione umida, cristallizzandoli però per i decenni a venire
  • Per immaginarsi senza un nuovo grande termovalorizzatore da 600mila tonnellate all’anno Roma dovrebbe avviare un vasto programma di ripensamento del ciclo dei rifiuti che non sembra in grado di affrontare, con i cittadini esasperati dai cumuli di rifiuti
  • Per questo motivo il progetto è diventato una bomba inesplosa nel PD, tra la vecchia gestione che governa Roma (amministrare il presente senza immaginare il futuro) e quella nuova di Schlein (immaginare il futuro andando oltre il presente)

Per usare il linguaggio delle relazioni geopolitiche, con il suo ciclo di rifiuti Roma è diventata da tempo una terra senza opzioni buone, in cui ogni scelta futura contiene un dosaggio di sconfitta. La decisione del comune di dare il via alla costruzione di un termovalorizzatore (o inceneritore) di grandi dimensioni, da 600mila tonnellate all’anno, è una sconfitta ecologica, e andrebbe raccontata come tale anche dal sindaco Gualtieri, accettata per gestirne una molto più grande, ereditata d

Per continuare a leggere questo articolo