- Le popolazioni indigene globali sono tra 370 e 500 milioni, occupano il 20 per cento delle terre emerse e custodiscono l’80 per cento della biodiversità globale. Eppure la loro voce non è mai stata ascoltata quando si parlava di protezione di flora e fauna.
- A Marsiglia si apre l’Assemblea generale dell’Iucn, fondamentale in vista della Cop Onu di Kunming, Cina (equivalente di quella di Glasgow sulla natura). Gli indigeni possono partecipare per la prima volta, ma hanno anche organizzato un contro-congresso per far sentire la propria voce.
- L’obiettivo è smontare il colonialismo verde e l’idea di conservazione fortezza: la visione occidentale, bianca e armata in base alla quale sono stati finora protetti animali ed ecosistemi. Chiedono il riconoscimento dei loro diritti alla terra e delle loro pratiche di protezione.
Fino a oggi per iscriversi ai congressi internazionali sulla protezione e la conservazione della natura i popoli indigeni erano addirittura costretti a registrarsi come ong, cosa che in generale veniva rifiutata con sdegno e che finiva col silenziare ulteriormente una delle voci più autorevoli sulla possibilità di convivenza equilibrata tra esseri umani, flora e fauna. C’è voluta una lunga battaglia politica e simbolica per cambiare questo offensivo intoppo burocratico, ma all’Assemblea gener



