Da principale forza di opposizione a elemento secondario all’interno del Bundestag: guardando i sondaggi il destino di Alternativa per la Germania (Afd) sembra scritto. Per ora le rilevazioni le attribuiscono il quinto posto a livello nazionale con circa l’11 per cento delle preferenze, staccati di appena un punto dai liberali di Fdp e molto distanti dalle percentuali di Spd, Cdu e Grünen. Il partito resta poi escluso da ogni possibilità di dialogo con gli altri partiti.

Per il movimento guidato da Tino Chrupalla e Alice Weidel questa però potrebbe non essere una brutta notizia, visto che permette ad Afd di mantenere una linea radicale sui temi europei e di politica sanitaria e allo stesso tempo consolidare il rapporto con il proprio elettorato soprattutto nei Land orientali, dove i sondaggi la danno addirittura in testa.

Forza stabile a est

Chi pensa che Afd sia destinata a sgonfiarsi, soprattutto a est, si sbaglia. Lo dimostrano i sondaggi in Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt, territori un tempo appartenenti alla Germania est e oggi fedeli ad Afd. «Il partito si è ormai affermato. Non rappresenta solo il voto di protesta ma anche stati d'animo e atteggiamenti molto specifici», ha detto il politologo di Dresda Hans Vorländer in un’intervista.

Lo dimostrano i dati dell’istituto Insa, che evidenziano come in Sassonia Afd viaggi intorno al 26 per cento, mentre è decisamente lontana la Cdu, ferma al 18 per cento, un risultato che sarebbe il suo minimo storico. «Afd si è affermata a livello organizzativo anche in singoli ambienti come le aziende e le università. È un gruppo su cui puoi fare affidamento e che si amplia quando determinati temi diventano particolarmente forti», ha detto ancora Vorländer.

È un fatto vero soprattutto tra i più giovani, che si sentono trascurati dalla politica nazionale e da territori sempre più poveri di servizi e di possibilità. Non è un caso, infatti che nella simulazione di voto U18, riservata ai bambini e ai ragazzi minorenni, il partito di estrema destra sia risultato il più votato. «Rispetto ai tempi della Ddr oggi non ci sono più i club giovanili e i posti dove andare, anche nelle zone rurali. È tutto scomparso», dice Jan Wenzel Schimdt, presidente dell’associazione giovanile dell’Afd in Sassonia-Anhalt. Il voto a destra viene letto dagli esperti come una sorta di richiesta di aiuto a Berlino. «Per molti votare Afd significa chiedere allo stato centrale pensioni più alte e maggiori sovvenzioni», dice Matthias Jung, ricercatore del gruppo Wahlen di Mannheim che fornisce dati al Politbarometro della televisione Zdf.

Contro la svolta verde

Dopo che il gruppo è sbarcato al Bundestag nel 2017, non ha mantenuto molte promesse di Afd. Eppure, per molti elettori, questo non sembra essere un problema. «Tutti lavorano contro di loro, è impossibile mantenere le promesse», racconta un abitante di Bautzen, cittadina della Sassonia di oltre 38mila anime quasi al confine con la Repubblica Ceca, al quotidiano belga De Morgen. 

Nota per la birra e un tempo fortino della Cdu, oggi la città è una vera e propria roccaforte del partito di estrema destra. Qui, infatti, nel 2017 Karsten Hilse di Afd è riuscito a farsi eleggere ottenendo il 33 per cento dei voti, quasi il triplo della media nazionale. «Posso dirti perché siamo così popolari qui. In Sassonia siamo cresciuti in una dittatura. Quindi qui abbiamo un'ottima antenna per le tendenze dittatoriali. Non sto dicendo che viviamo in una dittatura in Germania, ma sta andando da quella parte. E la gente qui lo sente», ha raccontato Hilse sempre al De Morgen.

Tema certamente molto sentito dalla popolazione è la lotta al cambiamento climatico ma in senso opposto a quello immaginato, visto che i Grünen chiedono la chiusura delle centrali a carbone e la conversione ad un sistema di energia più pulita. Un bel problema per i Land carboniferi come appunto la Sassonia, la Sassonia-Anhalt o Brandeburgo: per questo l’Unione europea ha promesso un assegno da quasi 40 miliardi di euro fino al 2038 per ristrutturare queste centrali.

Molti elettori sono anche spaventati dalle richieste dei Grünen di bandire le auto nei centri cittadini: per tante aree rurali questo significherebbe essere tagliate fuori. Anche per questo piace l’impegno dell’Afd in materia, che nega con forza la responsabilità degli esseri umani nei cambiamenti climatici.

Da qui nascono le richieste del movimento di Chrupalla e Weidel di uscire dall’accordo di Parigi sul clima e di riprendere la costruzione di nuove centrali nucleari, mantenendo allo stesso tempo la produzione di energia a carbone. 

Migranti e Covid

Clima ed economia sono i temi che interessano oggi maggiormente l’elettorato ad est. Un discorso diverso riguarda invece la migrazione, tematica che aveva portato alla ribalta Afd nel 2017, quando ancora molti ricordavano la politica delle porte aperte della cancelliera Angela Merkel, e che aveva portato ad episodi come le marce anti-migranti di Chemmitz del 2018.

Anche questa volta le proposte di Afd sono particolarmente forti: tra i principali punti ci sono il ritorno ai controlli alle frontiere, accompagnato da barriere fisiche come le recinzioni di confine; la presentazione delle domande di asilo solo per le persone che possono dimostrare la propria identità e cittadinanza e il rifiuto di qualunque ricongiungimento familiare.

Nonostante il tono della proposta e l’apprezzamento di molti elettori, il tema però non scalda più di tanto. Discorso diverso invece per il tema coronavirus. Afd appoggia infatti tutti gli oppositori alle politiche di contrasto al coronavirus, rifiutando tanto l’obbligo di indossare le mascherine quanto qualunque ipotesi di tracciamento o di vaccinazione.

Che i controlli non piacciano ad Afd è cosa nota: il partito è da tempo sotto la sorveglianza dei servizi segreti interni della repubblica federale e per questo ha provocatoriamente proposto di riformarli. Una posizione che potrà portare anche nel prossimo Bundestag dove la sua presenza, nonostante l’opposizione degli altri partiti, è praticamente certa. «Siamo qui per restare», ha detto Chrupalla.

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