Il viaggio del ministro degli Esteri in Israele segna un cambio di passo di Berlino sulla posizione su Israele, la cui protezione fu definita a suo tempo da Angela Merkel «ragione di stato». Quei tempi sembrano ormai lontani, ma non è detto che la posizione del governo abbia ricadute su fornitura di armi e altre collaborazioni con Tel Aviv
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Torniamo con le notizie più importanti dalla Germania per voi. La scorsa settimana rimarrà nella memoria come quella in cui la posizione di Berlino su Israele, che appariva scritta nella pietra, è iniziata a mutare. Parliamo anche di altre incombenze parlamentari e del ritorno della carne sui piatti dei banchetti ministeriali.
La portata di un cambiamento
A segnare il punto di svolta sono state le parole del ministro degli Esteri Johann Wadephul. È stato lui a evocare «l’inizio di un processo che abbia alla propria fine il riconoscimento dello stato di Palestina. Una posizione che da un governo (peraltro moderato come quello di Friedrich Merz) tedesco è decisamente inaspettata, soprattutto all’alba di un viaggio in medio oriente, in cui Wadephul ha ribadito la sua posizione in maniera molto netta e ha messo le mani avanti su una (all’epoca possibile, oggi nei fatti) occupazione della Striscia di Gaza.
Una posizione che va di pari passo con il lancio di beni alimentari sulla Striscia organizzata da Berlino insieme a Londra e Parigi. E che rappresenta un passo (per quanto piccolo) nella direzione dei manifestanti che da mesi scendono in strada per mostrare il loro dissenso nei confronti delle operazioni del governo di Tel Aviv, dove a volte finiscono in scontri con le forze dell’ordine.
La scorsa settimana oltre 200 artisti hanno anche sottoscritto una lettera in cui chiedono al governo di porre fine alla vendita di armi a Israele. «Non lasci morire Gaza, signor Merz» si legge nel testo. «Negli ultimi giorni ha preso posizione e ha criticato il governo israeliano. Ciò le rende onore, ma le sole parole non salvano vite». Le richieste dei firmatari sono la sospensione di tutte le esportazioni di armi in direzione Israele, la sospensione dell’accordo di associazione tra Unione europea e Israele e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e di accesso senza ostacoli alla Striscia per consegnare aiuti.
Merz, dal canto suo, ha chiesto l’accesso via terra alla Striscia mentre il governo nella sua interezza ribadisce la responsabilità di Israele di «assicurare la fornitura di beni alimentari, anche con il sostegno delle Nazioni unite e altre organizzazioni umanitarie».
I tormenti di Krah
È cominciato il processo nei confronti dell’ex assistente al parlamento europeo di Maximilian Krah dell’AfD. Jian G. avrebbe passato per anni informazioni sensibili ai servizi segreti cinesi: secondo la difesa, l’uomo non si sarebbe mai offerto ai servizi di passare informazioni, ma rischia comunque dieci anni di prigione. Per gli avvocati, le ragioni dell’arresto sarebbero puramente politiche, per altro condizionate dalla vicinanza alle elezioni europee del 2024.
Secondo la difesa, l’imputato si sarebbe occupato più che altro di commercio con l’estero. Considerate le sue competenze linguistiche, avrebbe lavorato anche con interlocutori cinesi: se qualcuno di questi fosse allineato con i servizi segreti non è dato saperlo (ma non si potrebbe neanche escludere).
L’assistente avrebbe lavorato a oltre 80 decisioni che riguardavano anche la Cina. G. avrebbe avuto accesso a complessivamente 500 documenti che avrebbe passato ai servizi cinesi via pennetta Usb. Ma il presunto agente avrebbe anche raccolto informazioni su politici AfD di primo livello, come Alice Weidel e Tino Chrupalla, oltre a sorvegliare oppositori al regime residenti in Germania.
Il parlamentare europeo Krah nel frattempo è diventato deputato al Bundestag, mentre le autorità cinesi respingono le accuse. Per il portavoce del ministero degli Esteri la cosiddetta “teoria della minaccia tramite spioni cinesi” sarebbe inventata e in malafede.
Capriola all’indietro
Il parlamento si avvia a una riconsiderazione della legge elettorale. Il testo era stato cambiato solo poco tempo fa dall’ultimo governo, ma la presidente del Bundestag ha chiesto ai gruppi parlamentari di occuparsi della legge elettorale: l’indicazione è quella di fare un passo indietro per quanto riguarda il rimpicciolimento del parlamento, ottenuto grazie a una modifica dell’assegnazione dei mandati ottenuti tramite il primo voto per cui vige il sistema maggioritario, che secondo la presidente Julia Klöckner, essendo ora dipendente da una copertura da parte del secondo voto a disposizione dell’elettore, avrebbe perso peso.
Alle ultime elezioni erano saltati ben 13 Direktmandate, mandati diretti che non erano “coperti” da un numero di voti sufficiente raccolti dal partito nel conteggio dei secondi voti, che si valutano con il sistema proporzionale. Cdu e Spd avevano inserito nel contratto di governo di rimettere mano alla legge, la cui modifica dovrebbe ora essere affidata a una commissione ad hoc.
Back to beef
Chiudiamo con una cronaca culinaria di quanto succede al ministero dell’Agricoltura. Il ministro verde Cem Özdemir aveva infatti optato per un’offerta vegetariana durante gli eventi ministeriali (anche se con qualche eccezione), ma a prendere il suo posto è stato un vero e proprio macellaio, il bavarese Alois Rainer.
Non è un modo di dire, il nuovo ministro ha effettivamente svolto quel mestiere e si fa giocosamente chiamare “il macellaio nero” (il nero è il colore della Union di Cdu/Csu) e ora vuole reintrodurre ai banchetti ufficiali di nuovo anche pesce e carne. «Nel migliore dei casi a chilometro zero», ha anticipato il ministro.
Non c’è però nelle ambizioni di Rainer lo stesso atteggiamento ostile del suo capo di partito Markus Söder, grande fan della carne che condivide spesso e volentieri i piatti della tradizione con cui alimenta la sua stazza gigantesca. «Va benissimo se ci si vuole alimentare in maniera vegetariana, per i vegani vale lo stesso. Non vogliamo un Kulturkampf sui piatti o nei frigoriferi». Insomma, il ministro non vuole imporre a nessuno cosa mangiare: il suo capo potrebbe non esserne felice, considerato che aveva esultato che con Rainer al ministero finalmente sarebbe tornato il Leberkäs (polpettone di carne tipico del sud della Germania) al posto «tofu sbandierato ai quattro venti».
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