Michael Bohmeyer, pioniere del reddito universale in Germania, vuole dare a 122 persone 1.200 euro al mese senza condizioni, tranne quella di permettere lo studio del loro comportamento. È un modo per combattere “la trasformazione del mercato del lavoro, l’avanzata degli autoritarismi, la crisi ambientale”, dice. Con un’entrata garantita non si possono accampare scuse, si è costretti a confrontarsi con le contraddizioni della realtà e di solito si lavora più di prima
- Noi vogliamo scoprire se il reddito di base sia uno strumento utile per affrontare i problemi del nostro tempo: la trasformazione del mercato del lavoro, l’avanzata degli autoritarismi, la crisi ambientale. Dato che lo stato non se ne occupa, lo facciamo noi.
- I partecipanti sentono di avere la propria vita in mano, per la prima volta. Affrontano la quotidianità con meno stress, dormono meglio, hanno migliori relazioni sociali. Nessuno diventa pigro, di solito sono tutti più impegnati di prima, anche se non in una forma di lavoro classica.
- Il reddito universale offre in apparenza una soluzione semplice a problemi complessi. Ma rappresenta l’inizio di un percorso, non la fine. I beneficiari del reddito di base devono decidere come usare i soldi senza sottostare a condizioni: è complesso.
Smettere di lavorare e vivere di rendita: Michael Bohmeyer non cercava altro quando ha lasciato la carriera nel mondo dell’informatica. Da allora però lavora più di prima, per far provare agli altri cosa significa ricevere soldi senza condizioni. Nel 2014 ha fondato a Berlino l’associazione Mein Grundeinkommen (“Il mio reddito di base”), che assegna a vincitori casuali un reddito incondizionato di mille euro al mese per un anno. Oggi promuove l’”Iniziativa dei cittadini europei”: se entro set



