Questa settimana parliamo di formaggio. No, non avete sbagliato, non è la newsletter del nostro mensile Cibo (a cui potete iscrivervi qui): un formaggio woke ha provocato il panico nelle file dei simpatizzanti dell’estrema destra. Nel frattempo, il governo Merz sembra continuare a non azzeccare la ricetta giusta per rilanciare il paese e la fiducia nella coalizione. Abbiamo anche qualche notizia di economia per voi e vi raccontiamo anche dell’addio al Bundestag di Robert Habeck. Ex vicecancelliere, ex ministro, ex candidato alla cancelleria, ha deciso di proseguire il suo impegno politico fuori dal parlamento. 

Svoltare la situazione

Friedrich Merz torna al lavoro con parecchi problemi da risolvere. La sua coalizione è poco amata e la Union ha il fiato di AfD sul collo, che in alcuni sondaggi supera già il suo partito. Urgono buone notizie: nonostante i suoi sforzi di posizionarsi in politica estera (pur avendo appena confermato di non avere intenzione di riconoscere lo stato di Palestina, perfino sul conflitto in medio oriente), il cancelliere è fragile nella politica interna, e Alice Weidel non esita ad affondare il colpo sulle Baustellen – i cantieri – aperti nel paese. Nonostante l’umore degli imprenditori migliori (anche se di poco, come rivela l’indice Ifo) il rilancio sembra zoppicare. 

La prossima grande prova sarà la legge di Bilancio in autunno. Merz si trova di fronte a un dilemma: tassare i ricchi e scontentare una parte del suo elettorato oppure tagliare il welfare, mettendo un dito negli occhi ai partner socialdemocratici e rischiando di lasciare ulteriore terreno ad AfD? Nel frattempo, iniziano le speculazioni sulla scelta del prossimo presidente federale nel 2027. Dopo Frank-Walter Steinmeier, il cancelliere ha detto che vedrebbe bene al castello Bellevue una donna, magari proprio Ursula von der Leyen. Si tratta di una dichiarazione non casuale: in campagna elettorale, ma anche durante la formazione del governo, quando è emerso che lo staff di Merz (che negli anni Novanta ha votato contro il riconoscimento dello stupro coniugale come reato) è composto praticamente solo da uomini, al cancelliere è stato imputato uno scarso senso di contemporaneità in termini di tematiche di genere. Al che il suo portavoce ha risposto che no, Merz ha un fiducia nelle donne, tanto che ha una moglie e due figlie

Addio di peso

Dopo la sua ex cosegretaria Annalena Baerbock, anche Robert Habeck ha annunciato in un’intervista alla Taz che lascerà il Bundestag. Il leader Verde ha fatto sapere che andrà all’estero il prossimo anno, dove ritiene di poter essere politicamente più efficace che a Berlino. Dice che non vuole diventare un opinionista saccente né un fantasma del parlamento, motivo per cui ha deciso di dedicarsi alla ricerca, lo studio e l’insegnamento. Passerà del tempo all’Istituto per studi internazionali in Danimarca e poi a Berkeley.  

Dal suo punto di vista, il governo in carica rischia di distruggere definitivamente il modello delle Volksparteien e alle prossime elezioni, dice, la Cdu lotterà per arrivare al 20 per cento dei consensi e la Spd per mantenere il 10. Per lui alcune figure della Cdu – come Julia Klöckner e Markus Söder – stanno attivamente dividendo e polarizzando la società tedesca senza trovare le soluzioni alle sfide che il paese deve affrontare. In primis, la sicurezza del benessere, che preoccupa così tanto soprattutto le giovani generazioni, che alle ultime elezioni hanno votato in massa i partiti di estrema destra e sinistra, a differenza di quanto era successo nel 2021, quando del voto giovanile avevano beneficiato soprattutto Verdi e Fdp, partiti centristi e borghesi. In mancanza di una soluzione condivisa a questo tipo di problemi, continua Habeck, i partiti di governo possono crearsi un profilo riconoscibile solo attraverso un Kulturkampf

Mal di testa per Reiche&co.

Oltre alla questione politica, ci sono anche guai economici da risolvere, per il governo Merz. In cima alle priorità ci sono Commerzbank e l’automotive, e per entrambi le cose sembrano mettersi male. Giusto ieri Unicredit ha incrementato la propria partecipazione nella seconda banca tedesca al 26 per cento, scatenando una nuova serie di reazioni negative soprattutto dalla politica. Ma anche la stampa tedesca si è messa ormai nell’ottica che a questo punto molto probabilmente l’acquisizione avrà luogo: i giornali segnalano come la dirigenza della banca stia cercando di tirare su il prezzo delle azioni per rendere la scalata più costosa per Orcel e come l’ad Christina Orlopp segnali spesso potenziali conflitti d’interesse. La stampa mette molto peso anche sul fatto che “per ora” Unicredit non ha chiesto un posto nel consiglio di sorveglianza. Quasi si tratti di una minaccia e la linea possa cambiare se la governance non dovesse agire secondo le aspettative di Orcel. 

Anche l’automotive è in grande movimento. È dei giorni scorsi la notizia che due storici avversari come Bmw e Mercedes potrebbero collaborare sulla fornitura di componenti per auto elettriche. La dimostrazione che la sfida dell’elettrico può creare scenari inaspettati fino a questo momento. O può anche inibire la crescita, come sta accadendo a Porsche, che ha intenzione di licenziare 200 dei 280 dipendenti di Cellforce, l’azienda specializzata in ricerca e sviluppo sulle batterie ad alta resa. Chi resta sarà ricollocato nella R&s di Porsche, ma l’idea di base sarà discontinuata perché, dice l’azienda «il modello di business non è sostenibile» nonostante le sovvenzioni pubbliche.

Attacco al formaggio

Sapevate che il formaggio può essere woke? Secondo i simpatizzanti tedeschi della destra, sì. La colpa del marchio Milram è quella di aver scelto di illustrare una propria edizione limitata con opere ispirate alla diversità. A firmarle, tre giovani artisti, Josephine Rais, Danii Pollehn e Moritz Adam Schmitt, che hanno scelto di includere anche persone con pelle di colore diverse che fanno un picnic assieme o si godono altre situazioni conviviali. 

Una scelta che ha fatto impazzire gli utenti social di destra, che hanno lanciato hashtag come #milramboykott e #gowokegobroke e hanno annunciato di voler boicottare la marca produttrice. Ovviamente la polemica ha portato con sé un’ondata di controironia con prese in giro e finte confezioni inventate ad hoc «adatte ai fasci». Milram stessa si è mostrata piuttosto poco impressionabile e ha comunicato pubblicamente che le confezioni sono state «concepite in maniera consapevolmente apolitica, con la sola intenzione di comunicare gioia di vivere, condivisione e benessere, valori che il marchio vuole veder associato a sé». 

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