Bentornati al nostro aggiornamento settimanale su quel che conta in Germania. Dopo un importante viaggio di Sergio Mattarella in Germania e parole pesanti pronunciate al Bundestag, la settimana riprende con una situazione tesa per Friedrich Merz. In casa è esploso un nuovo caso di possibile conflitto d’interessi del suo ministro per la Cultura, mentre persistono complicazioni intorno alla tanto attesa riforma delle pensioni. Potrebbe arrivare una boccata d’aria dall’incontro con Emmanuel Macron, da cui il cancelliere si aspetta una fuga in avanti sull’innovazione. 

Davos bavarese 

Per il ministro della Cultura del governo Merz si staglia all’orizzonte un grosso caso di conflitto d’interessi. Apollo News scrive infatti che l’azienda di famiglia di Wolfram Weimer e sua moglie, la Weimer Media Group, attiva soprattutto nel business delle relazioni pubbliche, avrebbe offerto pacchetti di incontri riservati con ministri del governo a imprenditori disposti a pagare abbastanza. 

Il gruppo, che edita anche alcune testate online, organizza ogni anno in Baviera il vertice Ludwig Erhard. Un’occasione in cui lobbisti, imprenditori e politici finiscono per incontrarsi: si tratta di una specie di Forum Ambrosetti, dove tanti membri dell’attuale governo sono ospiti ben noti e anche Merz è di casa. Per l’appuntamento del 2026 è prevista la presenza di quattro ministri dell’esecutivo, il governatore della Baviera Markus Söder parla già di un appuntamento che potrebbe diventare una “Davos bavarese”.

L’azienda offre diversi pacchetti agli imprenditori interessati a partecipare all’evento, ciascuno costa dai 40 agli 80mila euro: a seconda della spesa vengono promessi diversi livelli di incontri, ma a quanto riferisce Apollo News informalmente viene già anticipata la presenza del cancelliere. Una promessa ghiotta per i potenziali ospiti quanto problematica per l’ex giornalista. Quando Weimer è diventato ministro della Cultura ha promesso di lasciare l’azienda di famiglia, a quanto scrive la testata però di fatto metà dell’azienda gli appartiene ancora. Messo di fronte all’evidenza, però, il fedelissimo di Merz per ora ha preferito non prendere posizione, ma l’imbarazzo suo e del governo sta crescendo di ora in ora. 

Rischio governo di minoranza

Questione di pensione. Merz è accerchiato, e ora ci si mette pure l’organizzazione giovanile della Cdu. Lo scorso weekend la Junge Union lo ha attaccato duramente sul tema delle pensioni, che pure sarebbe una delle priorità del programma dei cristianodemocratici: per la giovanile, il rischio è che la spesa addizionale per mantenere stabile il livello delle pensioni promessa dal governo rossonero gravi in maniera eccessiva sulle giovani generazioni. Nonostante le critiche, però, il partito del cancelliere ha intenzione di continuare a sostenere la proposta congiunta con la Spd.

La questione è però che Merz ha grandissimo bisogno dei diciotto parlamentari che fanno parte della JU e siedono in parlamento per la Cdu, visto che la sua maggioranza è retta da appena dodici voti di scarto. Il cancelliere pone la questione in termini di equità tra partner di coalizione: i socialdemocratici sono stati messi in difficoltà dalle riforme sul reddito di cittadinanza e dai piani del governo sull’arginamento dell’immigrazione, di conseguenza anche la Cdu dovrà fare qualche concessione in tema di pensioni. 

La richiesta di Merz è un via libera preventivo, in modo che successivamente una commissione ad hoc si occupi del sistema fiscale e lo capovolga in maniera radicale: è questa la promessa che fa alla JU, ma non è detto che ci sia la benedizione della Spd o che la proposta incontri la buona volontà dei giovani cristianodemocratici. Insomma, Merz si trova tra l’incudine e il martello: i socialdemocratici non sono disposti a rinviare il voto, la Junge Union non è pronta a scendere a compromessi e attacca a spron battuto i vertici di partito. 

Il risultato sono una serie di speculazioni intorno al futuro del governo, che di fronte a un’esplosione della grande coalizione sarebbe costretto ad affidarsi a maggioranze variabili, una possibilità già esclusa da Merz. 

Tutte le sovranità d’Europa

Un vertice sul digitale in Europa, un settore con grande necessità di accelerare in modo da rendere il continente finalmente indipendente. La Confindustria tedesca ha grandi aspettative nei confronti del vertice in programma a Berlino questo martedì tra Merz ed Emmanuel Macron. La conferenza stampa finale congiunta dei due capi di governo rivela il peso che attribuiscono entrambi a questo tema come ulteriore motore del legame franco-tedesco, un po' in panne nonostante la buona qualità del rapporto umano tra i due leader. 

Il sovranismo digitale secondo quanto si legge nel documento preliminare affidato dagli imprenditori alla cancelleria verte soprattutto sulla scelta di comprare quando mai possibile europeo e lavorare su buone condizioni di contesto come con bassi costi energetici, disponibilità di lavoratori specializzati, sburocratizzazione e un mercato unico dei capitali. Gli imprenditori chiedono anche lo stato diventi un maggiore acquirente di tech europeo, soprattutto per quanto riguarda i prodotti relativi alla cybersicurezza, oltre che una deregolamentazione e l’affermazione della sovranità europea digitale in termini di diritto in tutto il mondo, come fanno già gli Stati Uniti. 

Italiani puntuali? 

I giornali tedeschi nei giorni scorsi hanno raccontato la possibile futura concorrenza a cui va incontro Deutsche Bahn. Italo e Fs avrebbero infatti intenzione di sfidare gli Ice tedeschi (noti per la scarsa puntualità) con una flotta propria di treni ad alta velocità. Secondo le indiscrezioni, i treni da attivare sulla rete tedesca sarebbero una novantina: finora oltre alla Trenitalia di Germania – che controlla il 95 per cento delle tratte – è attiva soltanto Flixtrain, che sta aspettando 65 nuovi treni ad alta velocità con cui vuole costruire una rete di collegamenti oltrefrontiera. 

Secondo la commissione monopoli, che consiglia il governo federale, i viaggiatori potranno approfittare di «prezzi più bassi, più innovazione e qualità superiore» grazie all’aumento della concorrenza. Italo, nello specifico, avrebbe intenzione di assumere circa mille dipendenti per occuparsi soprattutto di tratte dal tempo di percorrenza sulle 1-2 ore. Sarebbe già stata messa in piedi una controllata in Germania che a sua volta avrebbe già presentato richiesta per le autorizzazioni pubbliche necessarie per entrare nel settore. 

Trenitalia, dal canto suo, è già presente in Germania con Netinera e TX Logistik, due controllate attive sul mercato regionale. L’azienda ha tirato in ballo «analisi preliminari sullo sviluppo dell’importante mercato tedesco». 

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