Alla Cassa depositi e prestiti (Cdp) è iniziato il nuovo corso. Alla guida della banca di stato che può contare un attivo da oltre 500 miliardi, e che è insieme cassaforte di governo e fondo di investimento, Mario Draghi ha voluto il vicepresidente della Banca europea degli investimenti, Dario Scannapieco. Un manager europeo di alto livello a cui la commissione europea ha affidato anche il piano Juncker per gli investimenti.

Non è ancora chiaro se il nuovo amministratore delegato cambierà direzione sostanziale rispetto alla gestione dell’uscente Fabrizio Palermo. Che ha segnato la sua stagione con grandi partite di sistema, che vanno dal salvataggio del gruppo Astaldi con la creazione di WeBuild alla grande operazione industriale sui pagamenti digitali Sia-Nexi. Operazioni che insistono soprattutto sulla controllata Cdp equity e culminate, negli ultimi dodici mesi, nel ritagliarsi un ruolo di regista di fatto delle filiere del Piano di nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Se Scannapieco si muoverà in continuità o meno con il predecessore si capirà presto, dal modo con cui sarà gestita la vicenda del gruppo di impiantistica Pesce, guidato dall’amministratore delegato Mauro Moretti (ex Fs), che attende di conoscere se Cdp entrerà nel suo capitale o meno. Altro banco di prova sarà il ruolo di Cdp rispetto a società come Tim e Google. Nell’attesa delle mosse su strategia ed equity, però, il nuovo corso si è già tradotto in un cambio vistoso di stile interno.

Cambiamento di stile

La nomina di Scannapieco ha portato, infatti, alla revisione immediata di molte prassi interne dell’amministratore delegato uscente. Il pupillo di Draghi ha chiarito subito che non vuole più i camerieri in livrea che servivano Palermo e i suoi ospiti. Allontanate pure le receptionist dedicate al piano dell’amministratore delegato. Stop pure agli ascensori privati a uso esclusivo del dirigente in capo, che costringevano gli altri dipendenti di Cdp a usare altri elevatori assai più scomodi e lontani per arrivare nei loro uffici.

Fino a poco tempo fa, oltre agli addetti alle reception del piano terra, in effetti due hostess di bella presenza erano incaricate di accompagnare gli ospiti che giungevano al quarto piano, cioè quello dove si trova l’ufficio di Palermo. Per arrivare alla sua postazione l’amministratore delegato aveva a disposizione poi un ascensore “riservato”, che è stato sbloccato e aperto a tutti nel momento in cui sono state annunciate le nuove nomine. L’entourage di Palermo giustifica però la scelta del manager – voluto fortemente nel 2018 dai grillini – sia per motivi di sicurezza, sia come una forma di tutela della salute (di tutti) in tempi di Covid-19.

Segreteria e cameriere

Non è tutto. La segreteria tecnica dell’amministratore delegato era composta da sedici persone, quattro volte lo staff del suo predecessore. Oltre a loro, c’erano anche due segretari dedicati alla gestione dell’agenda personale di Palermo.

Uno di loro è stato già spostato all’ufficio del chief financial officer, ma molti altri seguiranno un percorso simile: Scannapieco vuole uno staff al piano molto più ridotto. L’ex numero uno poteva usufruire anche dei servizi di catering con un cameriere sempre a disposizione per pranzi e cene, un servizio subito archiviato dal nuovo corso. Secondo il cerchio ristretto dei collaboratori di Palermo, i cambiamenti approntati dal nuovo numero uno di Cassa non sono bocciature, come sostengono i maligni, ma solo «il frutto di un diverso approccio, un diverso stile» dei due manager. La maxisegreteria, per esempio, era stata creata per necessità specifiche: «Era personale incaricato da Palermo del monitoraggio costante degli obiettivi del piano industriale», si spiega. Una segreteria dunque solo apparentemente iperbolica, perché alla fine organizzata in turni di lavoro tali da coprire tutta lunga giornata lavorativa di Palermo. Il cameriere? «Anche altre aziende importanti come Eni o Enel li usano per i pasti dei loro ad».

Su una cosa, del resto, tutti concordano: i ritmi di lavoro nell’ultimo anno sono stati più che sostenuti, niente differenze tra giorni feriali e week end, con la consolazione di aver portato nelle casse dello stato la maggiore plusvalenza mai incassata, circa 2,8 miliardi di utile nel 2020. Un risultato che dovrebbe permettere a qualche dirigente di intascare bonus di produzione promessi da Palermo. Molti, però, ora temono che con l’arrivo di Scannapieco i premi vengano congelati. Giusto o sbagliato che sia, il triennio di Palermo è stato all’insegna del gigantismo, caratterizzato anche dalla volontà di far tornare Cdp all’antico splendore. Scelta che si è tradotta anche in una ristrutturazione dell’edificio. Soprattutto delle stanze del quarto piano e dell’amministratore delegato, ben distinte dal resto del palazzo per la qualità di arredi (le scrivanie nere placcate e i Mac non sono per tutti) e di interni.

Al loro arrivo, infine, gli uomini di Scannapieco si sono incuriositi anche per alcuni locali “nascosti”, ricavati dietro alle normali pareti, su cui è stato chiesto subito riscontro al personale di sicurezza.

I maligni raccontano oggi che Palermo li usasse per gli incontri più riservati. Le stanze – spiegano a Domani nel cerchio dell’ex ad – risalgono invece alla fondazione di Cassa depositi e prestiti, quando il direttore generale aveva l’appartamento interno, e non sarebbero state usate da lui. Di sicuro, Scannapieco ha deciso di aprire l’appartamento segreto a tutti, e farci un’area relax per i dipendenti.

Cambi e addii

Dopo la revisione degli apparati di segreteria, negli ambienti vicini alla Cdp si ipotizzano anche altri cambiamenti di peso nelle prime file della dirigenza. Per cominciare l’8 giugno Bloomberg ha dato la notizia del passaggio a Bank of America di Vito Lo Piccolo, il banchiere che dal 2019 aveva il ruolo di vicedirettore generale di Cdp Equity, la controllata della Cassa guidata da Pierpaolo Di Stefano, diventata il vero braccio operativo di Cdp nelle partite industriali nazionali e che dal 2020 ha acquisito anche le partecipazioni in Fsi Sgr e F2i. Lo Piccolo era il responsabile della raccolta fondi, dell'investimento e della gestione dei fondi. Mentre ieri al comitato di supporto della Cassa, si è insediato, votato all’unanimità, il presidente Giovanni Quaglia. Una scelta, questa sì, nel segno della continuità.

 

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