Nomine bloccate, comprese quelle dei commissari per le grandi opere e pure quella particolarmente importante per la società Infrastrutture delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026. Lo stabilisce una nota della direzione Finanza e privatizzazioni del ministero del Tesoro firmata dal dirigente generale Filippo Giansante. Tutto da rifare, si torna al punto di partenza. In una mezza paginetta viene sbrigativamente disfatto il lavorìo che da almeno sei mesi aveva impegnato ministri, capi di partito, lobbisti, organizzazioni varie. La direttiva ha per oggetto il disbrigo degli affari correnti dopo le dimissioni del governo del 26 gennaio, ma tratta in particolare del tema delle nomine, terreno da sempre ad alta tensione per la politica e i rapporti tra i partiti.

Non ammesse deroghe

Anche se il tono è quello tipico del burocratese ministeriale, il senso è chiaro: «Potrà procedersi soltanto a nomine, designazioni e proposte strettamente necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero derivanti da esigenze funzionali, non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi». Non sono ammesse deroghe e eccezioni, «ciascun ministro dovrà curare che enti, aziende e società dipendenti, vigilati o direttamente controllati, si attengano agli anzidetti criteri, anche per quanto riguarda le procedure».

La conseguenza diretta è che tutte quante le nomine individuate nel recente passato tornano in ballo e i soggetti proponenti, ministri compresi, vengono di fatto esautorati. Si riparte da principio e ovviamente non è detto che coloro che erano già stati designati dal governo precedente possano conservare anche con il nuovo esecutivo la posizione acquisita, anzi. È evidente che a questo punto uno dei punti nevralgici in vista della formazione del nuovo governo e uno dei primi argomenti delicati su cui esso dovrà esercitarsi sarà proprio l'individuazione dei criteri di nomina per i nuovi prescelti oppure per la conferma di quelli scelti in precedenza.

Olimpiadi di Cortina al palo

Tra le nomine che restano al palo c'è quella molto importante dell'amministratore delegato della società Infrastrutture delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

Poco prima della caduta del governo la ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli (Pd) aveva designato Luigi Valerio Sant'Andrea, capo dipartimento dell'ufficio per lo sport di palazzo Chigi, un manager già impegnato nell'organizzazione dei mondiali di sci di Cortina che saranno inaugurati lunedì prossimo e già scelto in precedenza dal ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora (5 Stelle), come amministratore di un'altra società pubblica, Sport e salute.

Sant'Andrea conosce benissimo Cortina ed è amico di vecchia data del «giovane» Alessandro Benetton e della famiglia che nella perla delle Dolomiti è sempre stata considerata ospite gradita che dava tono e lustro all'immagine della zona, anche se dopo il crollo del ponte di Genova pure tra quelle montagne la considerazione della grande dinastia imprenditoriale si è assai offuscata.

A Cortina i Benetton si ritrovano ogni anno per una grande festa intorno a Ferragosto, festa che si tenne anche tre anni fa nonostante il ponte autostradale fosse crollato da poche ore e sotto le macerie ci fossero 43 morti. A quell'elegante appuntamento nel drappello degli amici più stretti c'era anche Sant'Andrea che quando poi è stato nominato pure commissario governativo ad acta per i mondiali di sci ha rinsaldato la vicinanza con Alessandro Benetton che di quell'evento è il principale ispiratore e organizzatore come presidente della Fondazione Cortina 2021.

Il principale sostenitore della candidatura di Sant'Andrea per le Olimpiadi del 2026 è il deputato Pd di Belluno Roger De Menech che conferma la sua preferenza: «La politica deve affidarsi ai professionisti e Sant'Andrea è un professionista capace. Padroneggia la macchina della burocrazia romana e conosce benissimo Cortina, il territorio del Veneto e della Lombardia. Il blocco della sua nomina, come il blocco dei ristori per gli imprenditori del turismo della mia zona porta un nome e un cognome: Matteo Renzi».

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