- Perché tanta foga contro la proroga di appena due mesi del blocco dei licenziamenti proposta dal ministro del Lavoro Orlando? La risposta è che le imprese vogliono avere mano libera sulla struttura dei costi.
- L’impennata dei prezzi delle materie prime riguarda anche le imprese edili ma grava soprattutto sulla filiera della componentistica auto, alle prese con la ristrutturazione in direzione dei veicoli elettrici e ibridi.
- Per il segretario della Cgil Maurizio Landini «la partita non è chiusa». Il 28 maggio Cgil Cisl e Uil faranno un presidio davanti a Montecitorio per chiedere ancora la proroga del blocco e la riforma degli ammortizzatori sociali.
La smania per i licenziamenti a Confindustria viene d’estate insieme alla smania per la villeggiatura, ed è tanto frenetica da aver messo in fibrillazione il governo. Fulcro della turbolenza è il ministro del Lavoro Andrea Orlando che il presidente degli industriali Carlo Bonomi e il suo vice Maurizio Stirpe hanno descritto come persona infida, accusandolo di aver tentato un “colpo di mano” inserendo una mini proroga del blocco dei licenziamenti dal 30 giugno fino a fine agosto senza preavviso,



