La settimana prossima è previsto che arrivi in consiglio dei ministri un nuovo intervento per abbassare il costo delle bollette, il valore stimato varia da 4 a 7 miliardi che andranno ad aggiungersi agli oltre 10 già impiegati a partire da luglio dell’anno scorso.

Il presidente dell’Autorità per l’energia (Arera), Stefano Besseghini, mercoledì ha lanciato la proposta di ridurre in maniera stabile gli oneri di sistema, la componente delle bolletta elettrica che vale da sola il 20 per cento della fattura finale delle bollette elettriche, e circa il 4-5 per cento di quelle del gas, un totale di oltre 12 miliardi all’anno.

I prezzi dell’energia

Besseghini ha esposto la situazione nei dettagli nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta per la tutela dei consumatori. Dopo la forte diminuzione avvenuta nel corso del 2020, a causa della pandemia da Covid, i prezzi dell’energia hanno subito un deciso rialzo. La ripresa economica e le difficoltà nelle filiere di approvvigionamento hanno portato a un immediato aumento dei prezzi, così come le quotazioni dei permessi di emissione di CO2, il meccanismo che serve per fare pagare il danno climatico alle imprese e che di fatto viene scaricato sui consumatori.

Secondo l’Autorità, a pesare più di tutto il resto tuttavia ci stanno pensando le tensioni internazionali: la Russia infatti ha ridotto gli approvvigionamenti di gas metano all’Europa, portando alla crescita dei prezzi sia del metano sia dell’elettricità. Le variazioni, nel giro di pochi mesi, hanno proiettato i prezzi delle materie prime ben oltre i massimi storici. 

L’aumento

Quasi la metà dei clienti italiani viene servito dal cosiddetto servizio di maggior tutela per l’elettricità, con un prezzo comunicato dall’Autorità dell’energia ogni trimestre. Seguendo il trend a cui si è assistito a partire dall’aggiornamento dei prezzi di tutela per il terzo trimestre 2021 (luglio – settembre), nonostante gli interventi straordinari del governo, nel primo trimestre del 2022 è arrivato un aumento del costo per l’energia elettrica per la famiglia tipo pari a più 55 per cento, e a più 41,8 per cento per quella del gas rispetto al trimestre precedente.

I rialzi dei prezzi dell’energia hanno riguardato allo stesso modo mercato libero, un aumento generalizzato che sta mettendo a rischio la ripresa economica. Il governo e il parlamento sin dall’anno scorso hanno messo in campo misure straordinarie per ridurre il peso sui consumatori domestici e industriali.

Gli oneri di sistema

Gli oneri di sistema non c’entrano niente con l’aumento dei prezzi, ma hanno un peso sostanziale nella bolletta. La spesa sostenuta da famiglie e imprese per la fornitura dell’energia elettrica e del gas naturale si articola infatti in quattro voci:

  • il costo della materia prima,
  • il costo dei servizi di rete (trasporto) e di misura (gestione del contatore),
  • gli oneri generali di sistema,
  • le imposte.

Non potendo intervenire sulla materia prima in tempi ridotti, per il primo trimestre 2022 sono stati annullati gli oneri di sistema per tutti i clienti ed è stato potenziato il bonus sociale alle famiglie che versano in gravi difficoltà economiche; in particolare, in base a quanto previsto dalla recente legge di Bilancio 2022, il governo - oltre a ridurre l'Iva sul gas al 5 per cento per il trimestre - ha stanziato le risorse necessarie per consentire di attutire l'impatto dei rincari per 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese.

Infine, sempre in base alle disposizioni contenute nella legge di Bilancio, in vista dell’impatto sociale dell’aumento dei costi, l’Autorità ha definito le modalità di rateizzazione delle bollette energetiche emesse da gennaio ad aprile 2022, per un periodo massimo di 10 mesi e senza interessi, a favore dei clienti domestici in condizioni di morosità.

Cosa sono gli oneri

Gli oneri generali di sistema, per quanto riguarda la bolletta elettrica, finanziano lo sviluppo delle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, ma anche misure di politica sociale (per esempio i bonus sociali, gli sconti sulle bollette delle famiglie con Isee basso) e di politica industriale (le agevolazioni per imprese energivore) correlate ai sistemi energetici. Nel 2020 gli oneri di sistema sono arrivati a costare ai consumatori 12,4 miliardi di euro.

Besseghini ha fornito i numeri delle due voci in cui si suddividono, componenti Asos e Arim, tutti dati pubblici che però è bene guardare nel loro insieme.

Asos per il sostegno alle energie rinnovabili supera i 10 miliardi, di cui:

a. Incentivi alle fonti rinnovabili: 8,7 miliardi;

b. agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia elettrica: 1,6 miliardi.

2) Arim (rimanenti oneri generali): 2,3 miliardi circa di cui:

a. promozione dell’efficienza energetica: 920 milioni euro;

b. sviluppo tecnologico e industriale: 49 milioni;

c. oneri per la messa in sicurezza del nucleare, comprensivi dei 135 milioni di euro/anno destinati al Bilancio dello Stato che vanno nelle casse di Sogin: 442 milioni;

d. sostegno alla ricerca di sistema: 50 milioni;

e. compensazioni alle imprese elettriche minori: 78 milioni;

f. regimi tariffari speciali per il servizio ferroviario universale e merci: 443 milioni;

g. bonus sociale, ovvero lo sconto per le famiglie in difficoltà economica: 255 milioni;

i. misure di compensazione territoriale: 47 milioni.

Gli oneri generali di sistema gas incidono in misura nettamente inferiore sulla bolletta del gas rispetto al settore elettrico, ma nel corso del 2022 l’Autorità darà attuazione al recente decreto del ministro della transizione ecologica 21 dicembre 2021 per agevolare le imprese a forte consumo di gas naturale, che in parole povere si tradurrà un un aumento dei costi per tutti gli altri.

Prima dell’annullamento

Prima dell’annullamento avvenuto dal 1 ottobre 2021, grazie alle risorse poste a disposizione dal Bilancio dello Stato, l’incidenza sulla bolletta elettrica degli oneri era superiore al 20 per cento della spesa annua per il cliente domestico tipo servito in regime di maggiore tutela. Il denaro raccolto dagli oneri, ha tenuto a specificare Besseghini, è nettamente superiore a quello realmente utile per i servizi di rete a copertura dei costi di trasmissione, di distribuzione e di misura dell’energia elettrica.

Negli anni gli oneri di sistema sono diventati “un bancomat” da cui attingere risorse. Da un lato, la necessità di gettito per le diverse finalità di incentivi e coperture è andata progressivamente aumentando, soprattutto in relazione alla crescita del sostegno alle fonti rinnovabili; dall’altro, la voce è andata a finanziare anche obiettivi di interesse non direttamente connessi al sistema energetico, per esempio di politica sociale o industriale. A cui si aggiunge un’altra discrepanza: 135 milioni di euro all’anno raccolti con la componente Arim vanno a finanziare le casse dello stato. Infine in presenza di morosità – cioè di clienti che non pagano le bollette – la catena di riscossione di tali componenti, che passa attraverso le società di vendita, prevede che gli importi mancati vengano socializzati, cioè passano di nuovo a tutti gli altri consumatori.

Criticità e proposte

Finora l’esecutivo ha stanziato oltre 10 miliardi per attutire i rincari a partire da luglio scorso. Nello specifico l’ultimo intervento, il cosiddetto decreto sostegni ter, ha stabilito che 1,7 miliardi di gettito derivante dalle aste per l’assegnazione delle quote di emissione di CO2 vada alla riduzione del costo delle bollette. Secondo i dati del Gestore dei servizi energetici, dalle aste si raccolgono in un anno 2,5 miliardi e per l’Autorità bisogna impiegare questi fondi integralmente per tagliare gli oneri, inoltre si deve ricorrere al bilancio dello stato per finanziare gli oneri generali che non hanno a che fare con il sistema energetico, cioè i bonus sociali e per le imprese.

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