- Le dimissioni di Caltagirone dal gruppo Generali, pur zavorrando il titolo in Borsa, almeno hanno portato chiarezza in una battaglia dichiarata da tempo, e in un contesto in cui la chiarezza sembra molto formale e molto poco sostanziale.
- Sull’influenza di Mediobanca su Generali si sono spesi fiumi di inchiostro, ma formalmente non si può dichiarare.
- La prossima assemblea sarà fatta di azionisti senza azioni, tutto regolare, ma nella sostanza un brutto spettacolo. Mentre i quesiti posti alla Consob sono una prassi a cui l’autorità non è tenuta necessariamente a dare risposta.
Le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone da vicepresidente del consiglio di amministrazione delle assicurazioni Generali sono rumorose ma anche coerenti con tutto quello che Caltagirone ha fatto negli ultimi mesi, almeno a partire dall’aprile scorso quando, con meno coerenza, non si presentò all’assemblea del gruppo. Caltagirone se ne è andato sbattendo la porta da un gruppo che gestisce più di 600 miliardi di capitali ed è anche il primo detentore di titoli del debito dello stato italian



