Le Acciaierie di Sicilia tornano a fermarsi. E lo fanno a pochi giorni dalla ripresa delle attività che erano state interrotte ad agosto, sempre per la stessa motivazione che costringono ora a un nuovo stop: il rincaro dei costi dell’energia elettrica e una generale crisi di settore. Stiamo parlando di un’azienda storica, con la sede principale a Catania. I primi fabbricati e impianti risalgono alla metà degli anni Cinquanta.

Sono i sindacati a spiegare la situazione, come la sezione locale dell’Ugl metalmeccanici. «La situazione è ormai oltre al dramma», dice il segretario provinciale, Angelo Mazzeo –. Continuano ad arrivare in ditta bollette esorbitanti. Poi ci sono i vari svantaggi connessi all’insularità e alla frenata delle commesse, per la concorrenza fortissima di altre realtà industriali. È diventato quasi impossibile il mantenimento in vita di un’impresa così grande».

Secondo Fiom e Uilm, si rischia un «dramma sociale» mentre la regione e il governo «continuano a non intervenire e rimangono in silenzio». «Siamo ormai stanchi e siamo pronti alla mobilitazione – aggiungono –  se non ci saranno risposte in tempi brevi».

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