È stato il primo metallo della globalizzazione e stupisce relativamente che i grandi consumatori siano oggi le multinazionali che producono missili: servono da 500 grammi a 15 chili di metallo bianco in ogni missile per proteggere i contatti elettronici interni. Ma serve anche alle aziende produttrici di satelliti. Da quattro anni sul mercato la domanda supera largamente l’offerta e nel corso del 2025 questa situazione si ripeterà con una pressione rialzista sui prezzi
I prezzi dell’argento sono saliti alle stelle: certo, meno dell’oro perché manca la domanda delle banche centrali. Attualmente il rapporto fra i prezzi dei due metalli oscilla fra 90 e 100. Fino al 1873, che segnava il tramonto del sistema con due monete metalliche detto appunto bimetallismo, questo rapporto oscillava fra 10 e 15 volte e rifletteva il rapporto fra i due metalli nella natura, che è di uno a 19.
All’epoca dei faraoni i mercanti fenici esportavano l’argento spagnolo verso l’Egitto: con un’oncia d’oro compravano 10-12 once d’argento che rivendevano ad un prezzo di uno contro uno in Egitto, paese ricco d’oro che però non disponeva dell’argento.
La stessa operazione era realizzata dai mercanti genovesi del XIII secolo; questi compravano in Spagna con un’oncia d’oro 12-14 once d’argento che vendevano a Caffa ai mercanti mongoli, i quali cedevano un’oncia d’oro estratto nello Yunnan contro 8-9 once d’argento spagnolo. La Cina è sempre stata una grande spugna dell’argento mondiale, come l’India. I tentativi mongoli di conquistare il Giappone, paese notoriamente ricco d’argento, sono stati arginati dai tifoni della regione, i famosi kamikaze, “vento divino”.
El siglo de oro
Se l’oro è il metallo dei re, l’argento è quello dei mercanti e il bronzo è quello della gente comune. La schiavitù è stata invece il mezzo di pagamento dei poveri, dei prigionieri e degli uomini che infrangevano la legge.
L’argento ha finanziato il favoloso quinto secolo di Atene, e l’espansione dei Califfati con le grandi miniere iraniane e quella di Banjahir, in Afghanistan. E il metallo bianco estratto in Messico ed in Perù ha favorito «el siglo de oro» spagnolo ed in parte il rinascimento europeo. Carlo V e suo figlio Filippo II, i due veri guerrafondai del XVI secolo europeo, finanziavano le loro guerre con l’argento estratto in Messico e Perù che veniva esportato in Spagna con galeoni che nel mare dei Caraibi rischiavano di essere arrembati dai corsari: pirati, bucanieri e filibustieri inglesi, francesi ed olandesi.
I corsari erano i soli abilitati dalle “lettere di corsa” rilasciate dai loro governi a cacciare i galeoni spagnoli nel quadro di una violenta guerra commerciale combattuta a colpi di cannone. Molto di questo argento arrivato a Siviglia, ripartiva nelle Fiandre par pagare “tercios” e mercenari che combattevano per gli Spagnoli e verso Genova, i cui banchieri finanziavano il tesoro della corona spagnola ed erano rimborsati con il metallo “americano”.
L’argento è stato così il primo metallo della globalizzazione: la produzione delle miniere mitteleuropee, «americane e giapponesi copriva gli enormi deficit commerciali europei nei confronti dell’Asia, in particolare la China e l’India, i due grandi Paesi proto-industriali del XVI-XVIII secolo, alla ricerca permanente dell’argento.
La IA
Stupisce relativamente, quindi, che i grandi consumatori d’argento siano oggi le multinazionali che producono missili: servono da 500 grammi a 15 chili di metallo bianco in ogni missile per proteggere i contatti elettronici interni. Ma l’argento serve anche alle aziende produttrici dei satelliti, che devono essere ricoperti da una finissima pellicola d’argento per ricevere protezione dai raggi gamma. Il metallo bianco ha la più elevata conduttibilità di tutti i metalli: per questo è molto utilizzato anche nell’elettronica miniaturizzata (telefonini, PC, telecomunicazioni, centri per gestire e stoccare dati, sistemi militari complessi).
E, soprattutto, anche la diffusione dell’I.A. richiede molto argento, laddove invece la domanda di argento del settore fotografico – le famose pellicole a base di gelatine con sali d’argento che hanno fatto la fortuna di Kodak – è quasi scomparsa, mentre cresce nel settore delle immagini utilizzate a scopo medico.
Ma anche nel caso dell’argento i tenori delle miniere stanno scendendo: in 40 anni siamo crollati da 600 grammi/tonnellata a meno di 200 grammi con varie miniere che estraggono il metallo come sottoprodotto da miniere di rame, zinco, piombo, stagno…ed oro. Sempre meno argento viene paradossalmente estratto nelle miniere d’argento, mentre sempre più argento è recuperato nelle miniere che estraggono altri metalli.
Alcune miniere lavorano con tenori di 30-50 grammi, e i profitti derivano dalla loro vicinanza ai porti dove possono imbarcare il loro minerale, spesso raffinato in Asia o altri Paesi con un costo dell’energia molto competitivo. Più di un terzo dell’offerta dell’argento, oggi, è di fatto il sottoprodotto di altre miniere.
Domanda e offerta
Ma siamo oggi al quinto deficit consecutivo fra domanda e offerta d’argento: da quattro anni sul mercato la domanda supera largamente l’offerta e nel corso del 2025 questa situazione si ripeterà con una pressione rialzista sui prezzi. Secondo le previsioni del Silver Institute per quest’anno la produzione dovrebbe salire dell’1.9% con un incremento in Messico, che compenserà la riduzione dell’offerta del Perù et dell’Australia. La produzione potrebbe ancora salire leggermente nel corso del prossimo anno, ma dal 2027 l’offerta mineraria dovrebbe ridursi sensibilmente con molte miniere giunte ormai alla fine del loro ciclo produttivo.
Il riciclo, che tradizionalmente reagisce alle fluttuazioni dei prezzi, ha aumentato fortemente l’offerta negli ultimi anni, garantendo una certa stabilità, nonostante l’evoluzione dei prezzi. Le anticipazioni dei mercati sull’evoluzione dei prezzi dell’argento sono complesse perché il metallo ha due funzioni: è un attivo finanziario, visto che rappresenta un veicolo per stoccare valore, ma è anche un metallo industriale il cui prezzo riflette l’evoluzione della congiuntura economica e i progressi della tecnologia. L’opinione generale degli analisti è tutto sommata positiva, alla luce del deficit fra domanda e offerta che condiziona fortemente il mercato.
E l’oro? Il volume di oro riciclato è sceso del 4%, perché i venditori attendono ulteriori rialzi dei prezzi.
Il consumo di metallo giallo destinato alla gioielleria ha subito un tracollo del -31%, mentre è rimasto stabile il consumo dell’oro da parte dell’industria, che lo utilizza nel settore dell’elettronica, dai telefonini ai computer, nello spazio con i satelliti, nell’industria dell’aviazione visto che i vetri dei cockpit di tutti gli aerei contengono oro per proteggere i piloti dai raggi cosmici, nel settore della tecnologia medica, ecc. La domanda d’oro per investimento è letteralmente esplosa, registrando un +60% e condizionando fortemente l’evoluzione dei prezzi.
Molto oro sotto forma di barre da 400 once è stato trasferito dai caveaux della banche londinesi in Svizzera, dove le grandi imprese specializzata nella fusione di lingotti da un chilo e lingottini hanno lavorato incessantemente per poi spedire la loro produzione in Asia ed in America.
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