Anche quest’anno la città svizzera di Davos ha ospitato il World Economic Forum (WEF). Tra il 25 e il 29 gennaio politici, accademici e accademici si incontreranno per cercare soluzioni ai problemi globali. A fare rumore negli ultimi giorni è stata la partecipazione del presidente cinese Xi Jinping la cui presenza è vista come un segno della decisione del regime di Pechino di puntare sul multilateralismo. Oltre a Xi, parteciperanno al forum anche il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. La presenza del premier Giuseppe Conte è annunciata per il 27 gennaio.

La pandemia al centro

A causa della pandemia in corso, gli incontri tra i potenti del mondo si terranno in video conferenza. Proprio il Covid-19 sarà il tema principale del Wef. Le problematiche poste dalla sfida pandemica sono state riassunte in sette argomenti: come salvare la Terra; rendere più eque le economie; sviluppare la tecnologia; costruire la società e il lavoro del futuro; migliorare il mondo del business; migliorare i sistemi sanitari; incentivare il multilateralismo. Per affrontare questi temi, i leader mondiali si sono accordati sul seguente calendario: il 25 gennaio sarà dedicato a «progettare sistemi economici coesi, sostenibili e resilienti»,  martedì 26 gennaio «guidare la trasformazione e la crescita responsabili dell’industria»; mercoledì 27 gennaio «migliorare la gestione dei beni comuni a livello globale»; giovedì 28 gennaio «come sfruttare le tecnologie della quarta rivoluzione industriale»; venerdì 29 gennaio «avanzare nella cooperazione mondiale».

La storia del World Economic Forum

Nato nel 1971, il World Economic Forum è diventato nel corso degli anni un appuntamento molto importante e al tempo stesso controverso. Se da una parte gli incontri di Davos sono riusciti a ottenere importanti progressi nelle relazioni internazionali come il ripristino dei rapporti tra Grecia e Turchia nel 1988 o il lancio di una compagna vaccinale promossa dalla’Alleanza globale di vaccini volta a vaccinare milioni di bambini, dall’altra il Wef è stato spesso accusato di essere fin troppo elitario e maschilista. Un’idea ben riassunta nel nome “Davos man” che indica proprio un uomo d’affari espressione dell’élite. 

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