Egregio direttore, inserisco la voce dell’Agenzia per la coesione territoriale nel dibattito in corso sul suo giornale sui dati e sulle analisi in merito al divario Nord Sud che da decenni costituisce una spina dolente per lo sviluppo del nostro paese. Le politiche per la coesione territoriale sono l’oggetto principale di tale dibattito in quanto sono nate sia in Europa che in Italia con l’obiettivo di ridurre tale divario.

Le diverse velocità e i differenti stadi di sviluppo fra le regioni del Nord più sviluppate e le regioni del Sud che si portano sulle spalle ritardi storici nella crescita sono registrate da ogni fonte pubblica o privata di dati disponibili. 

L’Agenzia accoglie al suo interno il sistema dei Conti pubblici territoriali che è una delle fonti di quei dati e che costituisce un anello importante del Sistema statistico nazionale coordinato dall’Istat. Questi dati sono stati sempre utilizzati da ogni interlocutore, Unione europea, istituzioni, comunità scientifica, stampa, che ne hanno riconosciuto l’unicità e la qualità, potendo vantare un imprinting di autorevolezza sin dalla nascita avvenuta per iniziativa dell’allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Occorreva allora adempiere alle indicazioni dell’Europa di calcolare l’addizionalità dei fondi Ue rispetto alla spesa ordinaria dei paesi membri. Serviva quindi calcolare la quantità di spesa pubblica per ciascun territorio e rapportarla alla quantità della spesa comunitaria.

Quella dei Conti pubblici territoriali è sempre stata, dunque, fonte originaria di dati territoriali che ha concorso, assieme alle altre autorevoli fonti, a costruire le politiche pubbliche.

L’Agenzia per la coesione quindi non può riconoscersi nel tono e nei contenuti di quella parte dell’articolo di Cottarelli e Galli, apparso il 14 ottobre sul Domani, nella quale si criticano le modalità di produzione e di elaborazione di alcuni dei dati forniti. 

La statistica pubblica è un servizio offerto ai policy maker, ai cittadini, agli analisti per conoscere al meglio lo stato del nostro paese su ogni aspetto della vita economica e sociale.  Alcuni di noi producono dati sulla spesa e sulle entrate pubbliche, ciascuno con finalità diverse e con una ricchezza di raccolta e di elaborazione che nel loro insieme alimenta la qualità e la fruibilità dei dati. Questo è il nostro mestiere e non è pertanto condivisibile l’idea che, all’interno del confronto fra opinioni diverse sulle vie per ridurre il divario territoriale nel nostro paese, si possano mettere in discussione strumentalmente le fonti dei dati al mero fine di sostenere una di queste opinioni.

I dati della statistica nazionale sono un bene pubblico e i Conti pubblici territoriali sono prodotti a partire dalla fonte primaria dei bilanci di tutti gli enti pubblici che ne alimenta il valore, sia per i decisori che per i cittadini.  I vari enti componenti il sistema nazionale di statistica conoscono bene i diversi strumenti utilizzati e le diverse finalità che alimentano ciascuno di loro ed è proprio da tali diversità che discende l’alto valore conoscitivo offerto a tutti gli interessati e la stessa affidabilità del dato.

Una delle caratteristiche dei Conti pubblici territoriali consiste nell’elevato grado di trasparenza che l’Agenzia ha sempre voluto dare al Sistema garantendo una facile fruibilità dei dati (tutti disponibili sul proprio sito e scaricabili) e una puntuale conoscenza dei metodi seguiti nella raccolta e nella produzione dei dati. Fino ad arrivare recentemente a condividere con Istat una pubblicazione redatta proprio con l’intento di facilitare la conoscenza delle reciproche diversità a chiunque voglia utilizzare i dati di entrambi.

La produzione dei dati avviene grazie ad una rete nazionale di nuclei presso tutte le Regioni e ad un presidio nazionale presso l’Agenzia che ogni anno assieme raccolgono ed elaborano le voci di bilancio di migliaia di enti pubblici. Il contatto continuo e i percorsi di reciproco apprendimento che alimentano questa rete testimoniano del valore di una infrastruttura pubblica della conoscenza che consente di leggere quanto sta accadendo al sistema pubblico del nostro paese: da Nord fino a Sud.

Fu Luigi Einaudi a esortarci a “conoscere per deliberare” e in questa tradizione il Sistema dei Cpt si è sempre posto, con l’attenzione continua a migliorare la qualità e la quantità di dati e soprattutto il loro migliore utilizzo. L’urgenza di decidere le migliori politiche pubbliche impone, infatti, a ciascuno di utilizzare al meglio tutte le conoscenze disponibili.

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