I più preoccupati per le mosse del presidente americano sono i cittadini della Corea del Sud, del Canada e del Giappone. Tassi elevati di apprensione anche in Europa. Ma a livello globale la percezione è molto variegata: i paesi in via di sviluppo non sono in allarme e l’opinione interna è spaccata in due
Le politiche economiche di Donald Trump spaventano e allarmano i cittadini dell’Unione europea. La strategia trumpiana è stata accusata solo due settimane fa dalla Banca Mondiale, nel suo ultimo rapporto “Global Economic Prospects”, di rallentare l’economia globale, colpendo in particolare gli Stati Uniti e una gran parte dei paesi in via di sviluppo. Nelle opinioni pubbliche mondiali, tuttavia, il quadro percettivo è più confuso.
Gli americani, ad esempio, si spaccano nettamente in due, con il 46 per cento che prevede danni per l’economia degli States e un altro 46 per cento che prevede, invece, dei vantaggi o che non cambierà nulla (la restante quota non sa). Il dato americano è nettamente influenzato dalla polarizzazione politica: il 74 per cento dei repubblicani pensa che le scelte del presidente avranno un effetto positivo per l’economia Usa, contro il 16 per cento degli elettori democratici.
È quanto emerge da una recente indagine realizzata da Ipsos Global Advisor in 29 nazioni. Nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, a differenza di quanto paventato dalla banca mondiale, le scelte economiche di Trump non stanno generando un particolare allarme. In India solo il 25 per cento dell’opinione pubblica ritiene che le politiche economiche del tycoon avranno conseguenze negative per l’economia del proprio paese.
I numeri
Basso è il livello di inquietudine anche in Argentina (32) e Brasile (47). I più preoccupati, invece, sono i cittadini della Corea del Sud (79 per cento), del Canada (75) e del Giappone (69). Tassi elevati di apprensione per la dottrina economica trumpiana aleggiano tra gli europei guidati dai tedeschi, con il 71 per cento dell’opinione pubblica germanica che preconizza danni consistenti all’economia nazionale. Livelli alti di inquietudine per i riverberi sulle economie nazionali si registrano in Svezia (69), Olanda (67), Francia (66), Spagna (65), Italia (62) e Gran Bretagna (61).
Non solo. Per il 72 per cento dei tedeschi le strategie economiche dell’amministrazione americana potrebbero peggiorare le relazioni tra Germania e Usa. Paventano danni alle relazioni con gli Usa anche il 71 per cento degli svedesi, il 69 dei francesi, il 57 degli olandesi, il 56 degli inglesi e il 50 per cento degli italiani. La maggioranza delle opinioni pubbliche del vecchio continente punta il dito sulle conseguenze che le scelte di Trump avranno per l’economia globale.
Prevedono un impatto negativo sulle dinamiche economiche mondiali: il 67 per cento degli italiani e degli spagnoli e il 63 degli inglesi. Ancora più pessimisti sono: svedesi (76 per cento), olandesi (75), tedeschi (74) e francesi (69). Meno catastrofici sui danni arrecati all’economia globale restano gli indiani (25), gli argentini (38) e gli americani (46 per cento). In tutti i paesi è molto più limitata la previsione dei danni delle politiche trumpiane all’economia familiare. Solo il 38 per cento degli italiani e dei tedeschi pensa che le scelte del tycoon creeranno danni allo stato economico personale. Lo stesso vale per francesi e olandesi (34), spagnoli (40) e inglesi (42). Molto più allarmati appaiono gli svedesi (56), i sud coreani (59) e i canadesi (60 per cento).
La frattura
Le politiche economiche dell'amministrazione Trump stanno creando una frattura nel sistema economico globale, con effetti asimmetrici tra le diverse realtà. Si nota una significativa preoccupazione in Europa, in cui le politiche protezionistiche rischiano di danneggiare le economie fortemente orientate all'export, mentre alcuni paesi in via di sviluppo sembrano intravvedere nelle politiche del tycoon un'opportunità per riequilibrare le relazioni commerciali globali a loro favore.
La divisione netta tra sostenitori e oppositori negli Usa riflette, infine, non solo la polarizzazione politica in atto nel paese, ma anche la profonda incertezza sugli effetti a lungo termine di queste misure economiche. Un effetto comunque Trump lo ha ottenuto: ha mandato in soffitta trent’anni di globalizzazione.
© Riproduzione riservata