La percezione del futuro e i livelli di fiducia degli italiani sono in chiaro miglioramento.

I segnali che mostrano un quadro di rasserenamento sono molteplici e vanno osservati con attenzione. Il primo avviso arriva dall’indagine mensile realizzata da Ipsos Global Advisor in 24 paesi.

Nel corso dell’ultimo mese (maggio 2021) in dieci paesi, fra cui l’Italia, l’indice di fiducia dei consumatori è cresciuto in modo significativo. Gli Stati Uniti hanno fatto registrare un aumento di 3,7 punti del tasso di fiducia. In Israele la crescita è stata di 3,4 punti, mentre in Gran Bretagna il miglioramento segna un’espansione di 2,7 punti. Seguono la Polonia con +2,6, la Francia (+1,9), l’Ungheria (+1,9), l’Arabia Saudita (+1,8), Italia (+1,7), Messico (+1,7) e Spagna (+1,6). Solo due paesi mostrano un calo significativo: India (-3,4) e Turchia (-2,1).

Nel quadro globale solo otto paesi hanno un indice nazionale nettamente positivo, con oltre la metà dei consumatori su posizioni ottimiste: Cina (72,6), Arabia Saudita (65,7), Stati Uniti (59,5), Svezia (57,3), Australia (56,6), Gran Bretagna (54,2), India (53,0) e Germania (52.4). L’Italia si colloca a 39,8.

Solo nell’autunno 2020 il dato era molto più basso, di poco sotto i 35 punti. Nel corso degli ultimi due o tre mesi c’è stato il vero balzo che ha portato l’indice a superare, prima la soglia dei 36 punti, poi quella del 38 (in aprile 2021) e oggi a sfiorare quota 40 punti. A ridare fiato alle speranze del paese sono anche altri fattori.

La campagna vaccinale

Un secondo segnale da osservare con attenzione è quello relativo alla campagna di vaccinazioni. La quota di persone che, in aprile, assegnava un giudizio positivo alla campagna assommava al 34 per cento degli italiani, mentre il 43 per cento, due mesi fa, era ancora molto critico.

In sessanta giorni la situazione si è completamente ribaltata. La quota di persone che dà un giudizio positivo sulla campagna vaccinale a fine maggio è al 62 per cento, mentre la quota di italiani che evidenzia ancora delle critiche è scesa dal 43 di aprile al 19 per cento di fine maggio.

Un terzo segnale di rinvigorimento del paese arriva dalla sensazione che “il peggio sia passato” e che in Italia si inizi a vedere la luce in fondo al tunnel. La quota di italiani che a metà marzo 2021 affermava che “il peggio è passato” assommava solo all’11 per cento.

A metà aprile il dato era già raddoppiato, salendo al 22 per cento. A metà maggio la visione positiva del futuro coinvolgeva il 42 per cento delle persone, mentre il mese di maggio si è chiuso con quasi metà del paese (48 per cento) che ritiene in via di superamento la fase più nera. Un quarto segnale del mutamento di quadro percettivo che aleggia nell’opinione pubblica, ci arriva dalla sensazione del livello di minaccia rappresentato dal Covid-19 per le città e per il paese. La sensazione di pericolo rappresentata dalla pandemia per l’Italia e per la propria città è in deciso rallentamento, con un calo rispetto al mese di aprile del 18 per cento per quanto attiene l’Italia (si è passati dal 78 per cento di metà marzo 2021 al 60 per cento di fine maggio) e del 16 per cento per la città in cui si vive (si è passati dal 61 per cento di metà marzo al 45 per cento di fine maggio).

Certo il pericolo non è ancora archiviato, ma la direzione di rasserenamento degli animi sembra decisamente avviata.

Meno pessimismo

Tutti questi segnali si stagliano positivamente sulle previsioni per il futuro. La quota di italiani pessimista sul quadro economico a sei mesi per il nostro paese è scesa dal 66 per cento di novembre 2020 al 43 per cento di maggio 2021.

Gli ottimisti, per parte loro, sono più che raddoppiati, passando dal 14 per cento di fine 2020 al 30 per cento di fine maggio 2021. A pesare sul futuro, come una grossa incognita, resta il tema del lavoro, la paura dei licenziamenti e della scure della cassa integrazione per altri mesi e mesi.

L’apprensione occupazionale resta, in questa fase, il vero peso sul futuro dell’Italia, la minaccia più avvertita dal paese.

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