Rinviare le elezioni non è mai facile. Soprattutto in tempi di pandemia. Le recenti vicende sul dissesto del bilancio del Comune di Napoli e le problematiche che il sindaco De Magistris sta affrontando per gestire il rischio default hanno il merito di portare al centro dell’attenzione anche il motivo per cui si è scelto o no di posticipare le elezioni amministrative durante la pandemia. Un tema che meriterebbe una discussione più trasparente e informata sulla base dell’evidenza scientifica. Il tema riguardante l’effettiva possibilità di garantire durante la pandemia lo svolgimento di attività essenziali per il corretto funzionamento delle nostre società minimizzandone il potenziale impatto epidemiologico. Tra queste attività, le elezioni rappresentano uno dei casi più delicati da valutare. 

Il ruolo delle elezioni

Da un lato, le elezioni forniscono la legittimazione popolare su cui si basano i sistemi democratici, la quale non può prescindere dal regolare ed imparziale svolgimento sia del voto che di tutte le fasi di campagna elettorale che lo precedono. D’altro canto, il rischio epidemiologico connesso al regolare svolgimento del processo elettorale può rivelarsi sostanziale, specialmente durante la campagna elettorale in cui la possibilità che si verifichino assembramenti è più alta, e l’effettiva capacità di far rispettare il giusto distanziamento tra gli individui è più limitata. Dall’inizio della pandemia, diversi paesi hanno cercato un compromesso tra il bisogno di rinnovare la legittimazione delle istituzioni politiche e la limitazione del contagio da coronavirus.

Ad esempio, gli Stati Uniti hanno rafforzato il voto postale, mentre altri paesi, incluso l’Italia, hanno deciso di tenere le elezioni nei mesi estivi per limitare il rischio di contagio. Ciononostante, sorprende l’assenza di evidenze empiriche che quantifichino il nesso causale tra elezioni e diffusione della pandemia di Covid-19. In un nostro recente studio, al momento sotto revisione, cerchiamo di fornire proprio tale evidenza andando ad analizzare il turno elettorale italiano del 20 e 21 settembre scorso. Lo facciamo comparando, prima e dopo l’inizio ufficiale della campagna per le elezioni regionali (22 agosto), le regioni che hanno votato sia per il referendum costituzionale che per il rinnovo del governo regionale, dove la campagna elettorale è stata molto intensa, con le regioni che hanno votato solo per il referendum, dove invece la campagna elettorale non ha avuto la stessa intensità

Votare o rimandare?

Come mostrano i dati forniti da Google sulle diverse attività svolte dai cittadini, la mobilità dei cittadini risulta essere uguale nei due gruppi nei mesi precedenti e successivi alle elezioni. I risultati principali della nostra analisi, di cui i grafici in questa pagina offrono una rappresentazione grafica, indicano in maniera piuttosto netta la significativa contribuzione della campagna elettorale al peggioramento della situazione epidemiologica delle regioni dove quest’ultima e stata più intensa.

I grafici mostrano la differenza media settimanale tra gli indicatori epidemiologici relativi alla diffusione del Covid-19 delle regioni che hanno votato sia per il referendum che per il rinnovo del governo regionale, e di quelle che hanno votato solo per il primo, da sei settimane prima dell’inizio della campagna elettorale nel primo gruppo di regioni (22 agosto) a nove settimane dopo. Mentre nessuna differenza significativa è osservabile tra gli indicatori dei due gruppi di regioni prima dell’inizio ufficiale della campagna, la situazione cambia rapidamente una volta che questa prende piede.

Le regioni dove la campagna e stata più intensa hanno visto aumentare, in maniera maggiore rispetto alle regioni dove lo è stata meno, il numero di nuovi casi di Covid-19 (7 per cento), la percentuale di individui testati positivi al virus (15 per cento), il numero di ricoveri ordinari ed in terapia intensiva dovuti alla malattia provocata dal virus (24 per cento e 5 per cento, rispettivamente), così come il numero di morti ad essa connessi (1 per cento). Inoltre, è interessante notare come la campagna elettorale abbia avuto invece un generale effetto negativo sul numero di tamponi effettuati (8 per cento), suggerendo un ulteriore canale tramite il quale le elezioni possono aumentare il rischio di contagio del virus.

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