- La mobilità nelle posizioni individuali contribuisce ad alleviare l’impatto negativo che la disuguaglianza esercita sulla giustizia sociale, e su tutto ciò che ne consegue.
- Più dell’80 per cento della disuguaglianza complessiva deriva da disuguaglianza permanente; negli 11 anni che vanno da quando i lavoratori hanno 35 anni a quando ne hanno 45, le differenze di reddito anno dopo anno sono largamente spiegate dalle differenze nei redditi medi guadagnati nel corso dell’intero periodo.
- Siamo una società che tende a cristallizzare le posizioni individuali e che, per di più, riesce ad aggravare le disuguaglianze decretando l’ulteriore arretramento di chi – soprattutto donne, lavoratori meno istruiti e del sud – già occupava i gradini più bassi della scala economica.
Quando, come è avvenuto negli scorsi decenni, gli indicatori della disuguaglianza economica registrano un aumento vuol dire, banalmente, che nel periodo considerato è aumentata la distanza tra i redditi delle persone. Quegli indicatori non sono, però, in grado di rispondere a un’importante domanda: anno dopo anno, i ricchi e i poveri sono sempre gli stessi o nelle posizioni in alto e in basso nella scala dei redditi ci sono individui diversi? La questione è importante per diversi motivi: perché



