- La Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici del 2021 (Cop26) era stata presentata da molti come «l’ultima chance per salvare la Terra».
- Non c’è quindi da stupirsi se, non appena si è concluso l’appuntamento di Glasgow, svariati opinionisti si sono affrettati a formulare un giudizio sull’accordo. Date le altissime aspettative, molti, se non la stragrande maggioranza, sono rimasti con l’amaro in bocca.
- Le aspettative verso i vertici multilaterali sul clima, e l’implicito cahier de doléances internazionalista, mostrano importanti paralleli con le questioni di lunga data della globalizzazione, e sono quindi esposte allo stesso tipo di ostacoli.
La Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici del 2021 (Cop26) era stata presentata da molti come «l’ultima chance per salvare la Terra». Non c’è quindi da stupirsi se, non appena si è concluso l’appuntamento di Glasgow, svariati opinionisti si sono affrettati a formulare un giudizio sull’accordo. Date le altissime aspettative, molti, se non la stragrande maggioranza, sono rimasti con l’amaro in bocca. L’accusa è articolata generalmente lungo due direttrici. In primo luogo i l



