Economia

Inizia la fuga delle imprese verso gli Usa e l’Europa teme la de-industrializzazione

EU Commission President Ursula von der Leyen delivers a speech at the World Economic Forum in Davos, Switzerland Tuesday, Jan. 17, 2023. The annual meeting of the World Economic Forum is taking place in Davos from Jan. 16 until Jan. 20, 2023. (AP Photo/Markus Schreiber)
EU Commission President Ursula von der Leyen delivers a speech at the World Economic Forum in Davos, Switzerland Tuesday, Jan. 17, 2023. The annual meeting of the World Economic Forum is taking place in Davos from Jan. 16 until Jan. 20, 2023. (AP Photo/Markus Schreiber)
  • Attirati dal prezzo dell’energia più basso e da una gigantesca offerta di aiuti pubblici, molti gruppi industriali spostano gli investimenti negli Stati Uniti. Tra gli apripista, i produttori di acciaio, di batterie e di pannelli solari, come l’Enel.
  • Anche alcune aziende della farmaceutica e dell’aerospazio vogliono andarsene. Dicono che l'Ue «ha buone intenzioni» ma il suo quadro normativo è troppo restrittivo e complesso, «con molte più tasse, molte più barriere e molte più regole».
  • Bruxelles dovrà ammorbidire i suoi dogmi, rinunciando alla difesa della concorrenza ad ogni costo e accettando più aiuti pubblici. Una svolta epocale. L’idea del fondo sovrano è buona ma richiede tempo.

Se fosse un film si intitolerebbe “2023 Fuga dall’Europa”. E sarebbe una pellicola horror, con protagonisti i manager delle grandi imprese pronti a scappare dal Vecchio continente. Come Peter Carlsson, amministratore delegato di Northvolt, azienda svedese impegnata nella produzione di batterie per auto elettriche: «Se costruissimo una gigafactory negli Stati Uniti potremmo ricevere fino a 800 milioni di euro di aiuti. Una cifra quattro volte superiore a quella offerta dal governo tedesco. Sen

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